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Referral Marketing B2B: il passaparola funziona ancora?

Vi state chiedendo se nel 2024 il passaparola sia ancora un’arma vincente per il marketing B2B? La risposta è semplice: sì funziona, si chiama referral marketing ed è più rilevante che mai.

In questo articolo vi spieghiamo perché il referral marketing è uno strumento potente e come sfruttarlo per attrarre nuovi clienti e rafforzare la vostra strategia.

Cosa si intende per Referral Marketing?

Il referral marketing si basa su una regola d’oro: le persone si fidano dei consigli di chi conoscono. Quando i vostri clienti soddisfatti condividono la loro esperienza con colleghi o partner, generano una raccomandazione autentica che può influenzare direttamente le decisioni di acquisto.

Oggi, grazie alle tecnologie digitali, il referral marketing è ancora più efficace. Strumenti come link personalizzati, programmi tracciabili e l’uso dei social media amplificano l’impatto di ogni consiglio, portando risultati misurabili.

Perché il Referral Marketing è potente anche nel B2B?

  • Fiducia al centro delle relazioni: nel B2B, dove le decisioni d’acquisto sono spesso lunghe e complesse, la fiducia gioca un ruolo fondamentale. Una raccomandazione personale crea credibilità immediata e avvicina i nuovi prospect al vostro brand.
  • Costi ridotti e ritorno elevato: rispetto alle campagne pubblicitarie tradizionali, il referral marketing è più economico. I principali costi derivano dagli incentivi per i referenti, ma il costo per acquisizione è significativamente più basso rispetto ad altri canali.
  • Effetto viralità: ogni cliente soddisfatto può diventare un ambasciatore, in grado di raggiungere un ampio network di contatti professionali, moltiplicando l’impatto del vostro programma di referral.

Creare un programma di Referral Marketing efficace

Per ottenere il massimo dal vostro programma di referral, non basta affidarsi al passaparola spontaneo: è fondamentale strutturare un programma che sia chiaro, scalabile e coinvolgente.

Quali sono dunque le fasi principali per costruire il vostro sistema efficace di referral?

  1. Conoscenza del vostro cliente ideale: identificate i clienti più soddisfatti e fedeli: saranno loro i vostri migliori promotori. Non tutti i referral sono uguali, quindi puntate su coloro che hanno una rete di contatti strategica per il vostro settore.
  2. Offrire incentivi personalizzati: gli incentivi devono essere attraenti e pertinenti per il vostro pubblico. Potete offrire sconti, crediti, accessi esclusivi o benefit che abbiano un valore tangibile sia per chi consiglia sia per il nuovo cliente acquisito.
  3. Semplificazione del processo: rendete facile per i vostri clienti parlare di voi. Create link di referral personalizzati, integrateli in piattaforme social e semplificate la condivisione tramite email o messaggistica istantanea.
  4. Misurazione dei risultati: monitorate il numero di referral generati, il tasso di conversione e il valore dei nuovi clienti acquisiti. Questi dati vi aiuteranno a ottimizzare continuamente il vostro programma.
  5. Ringraziare per fidelizzare: non sottovalutate mai il potere di un semplice ringraziamento. Mostrate riconoscenza ai vostri clienti ambassador, aggiornandoli sui risultati ottenuti grazie ai loro referral. Questo li renderà ancora più motivati.

Perché puntare sul Referral Marketing?

In un contesto di mercato dove la fiducia è alla base di partnership commerciali a lungo termine, il referral marketing si profila come la strategia chiave in grado di porre al centro le relazioni umane.

Nel settore business, dove i processi decisionali sono più lunghi e coinvolgono in genere più stakeholder, si tratta di una leva di marketing indispensabile per creare credibilità, ridurre i costi e ottenere risultati concreti e sostenibili.

Volete implementare un programma di referral marketing su misura per il vostro business? Contattateci! Insieme possiamo trasformare i vostri clienti nei più fedeli ambassador del vostro brand.

I 5 KPI chiave del Digital Marketing B2B

Il successo, specie nel contesto business, non è solo una questione di visibilità ma di risultati misurabili.

Per questo, sapere quali KPI di marketing – o Key Performance Indicator – monitorare se operate nel B2B è fondamentale per ottimizzare le vostre strategie di marketing e garantire un ritorno sugli investimenti.

In questo articolo, esploreremo i 5 gruppi di KPI essenziali da tenere sotto controllo per monitorare l’efficacia delle vostre campagne B2B.

1. Misurare l’attrattività di una campagna con i KPI di acquisizione

Il primo passo per una campagna di digital marketing B2B di successo è attrarre nuovi visitatori sul sito.
Le KPI di acquisizione aiutano a capire quanto il vostro sito web sia in grado di attrarre traffico di qualità, permettendovi di verificare se il traffico è qualificato e se il vostro sito è ottimizzato per convertire i visitatori in lead.

I principali KPI di acquisizione sono:

  • Conversion Rate: indica la percentuale di visitatori del sito che compiono un’azione desiderata, come una registrazione o una richiesta di contatto. Un tasso di conversione elevato indica che il traffico generato è di qualità e le call to action sono efficaci.
  • Bounce Rate: il tasso di rimbalzo misura la percentuale di visitatori che lasciano il sito dopo aver visto una sola pagina. Un bounce rate basso suggerisce che il contenuto del sito è rilevante e coinvolgente per il vostro target.

2. Misurare l’efficacia di una campagna con le KPI di Lead Generation

La generazione di lead è cruciale ma attrarre traffico non basta: occorre generare nuovi contatti qualificati che possano essere convertiti in clienti.
In questo senso i KPI di lead generation vi aiutano a valutare l’efficacia e l’efficienza del vostro processo di acquisizione.

Tra i principali troviamo:

  • Conversion Rate: misura la percentuale di lead che si convertono in clienti effettivi, aiutando a capire quanto efficacemente riuscite a nutrire i vostri lead e a farli progredire lungo il funnel.
  • Costo per lead (CPL): il CPL misura il costo medio di acquisizione di un lead. Monitorarlo è essenziale per ottimizzare il vostro budget marketing e garantire che il processo di acquisizione sia davvero funzionante ed efficace.

3. I KPI di vendita

I KPI di vendita permettono di capire quanto una strategia è in grado di trasformare i lead in revenue.

L’obiettivo? Monitorare la redditività delle campagne di marketing e la qualità dei clienti che state acquisendo. Inoltre, questi indicatori vi aiutano a rispondere alla domanda: “Quanti lead generano realmente entrate per l’azienda?”

I KPI di vendita principali sono:

  • Conversion Rate: si tratta del rapporto tra il numero di lead generati e il numero di clienti effettivi acquisiti. Un buon tasso di conversione indica che la vostra strategia di vendita sta performando a dovere.
  • Valore medio dell’ordine: indica quanto spendono in media i clienti acquisiti tramite la campagna. È un KPI cruciale perché riflette la redditività e la qualità dei clienti acquisiti.

4. Misurare la retention

Acquisire nuovi clienti è fondamentale, ma mantenere quelli esistenti è altrettanto importante, soprattutto nel B2B. In questo senso, i KPI di retention aiutano a capire quanto state riuscendo a mantenere i vostri clienti e a stimolare acquisti ripetuti.

I KPI di retention chiave sono:

  • Tasso di churn: misura la percentuale di clienti che abbandonano l’azienda. Un tasso di churn elevato può indicare problemi nella qualità del servizio o nella soddisfazione del cliente.
  • Tasso di retention: misura la percentuale di clienti che rimangono fedeli nel tempo. Un buon tasso di retention è indice di una relazione forte con i clienti e di una strategia di fidelizzazione efficace.

5. KPI di engagement

Anche nel settore business, l’engagement è cruciale per creare relazioni più profonde e durature con i propri buyer. Monitorare come il vostro pubblico interagisce con i contenuti vi fornirà informazioni sul loro interesse e sulla capacità di coinvolgerli. Un alto livello di engagement è segno che state fornendo valore ai vostri clienti. Inoltre, un maggiore coinvolgimento può tradursi in una maggiore probabilità che i lead si trasformino in clienti.

I principali KPI di coinvolgimento sono:

  • Tempo di permanenza sul sito: indica quanto tempo i visitatori trascorrono sul tuo sito. Più a lungo restano, maggiore è il coinvolgimento con i contenuti.
  • Tasso di scroll: misura la percentuale di visitatori che scorrono l’intera pagina. Un buon tasso di scroll suggerisce che la pagina è interessante e che i visitatori sono coinvolti.

Ricordate: ogni KPI deve però essere contestualizzato. Ad esempio, un alto tasso di conversione è utile solo se questo porta clienti di qualità. Analogamente, un CLV elevato (Customer Lifetime Value) è sostenibile solo se non comporta costi eccessivi in fase di acquisizione.

I 5 gruppi di KPI di marketing B2B che abbiamo appena visto non solo vi offrono una visione di insieme chiara delle performance di una campagna, ma vi permettono di prendere decisioni strategiche, raffinando in maniera costante la vostra strategia digitale.

Volete massimizzare i risultati delle vostre campagne di digital marketing B2B? Contattateci.
Il team di VStrategy è a vostra disposizione per una consulenza gratuita e personalizzata.

Definire la Unique Selling Proposition: la mini-guida efficace

La Unique Selling Proposition (USP) è un elemento strategico decisivo per distinguere la propria offerta e accrescere la competitività. Ma cosa rappresenta esattamente la USP? Qual è la differenza tra USP e Unique Value Proposition (UVP)? E in che modo una proposta di vendita chiara e incisiva può migliorare il valore percepito dai clienti?
Questa guida offre una panoramica su come costruire una USP efficace, esplorando l’importanza di questo strumento per le aziende B2B e includendo esempi di successo per ispirare la vostra strategia.

Cos’è la Unique Selling Proposition (USP)?

La USP, o proposta unica di vendita, rappresenta il tratto distintivo della vostra azienda: ciò che la rende unica rispetto ai competitor e attraente per il vostro target. La USP risponde alla domanda: “Cosa rende i miei prodotti o servizi davvero unici?”.
Nel marketing B2B, una USP ben definita è essenziale per creare una connessione autentica con il target di riferimento.

Affinché riuslti davvero efficace, la USP deve essere:

  • Chiara comunicando in modo diretto e senza ambiguità i tratti distintivi dell’offerta
  • Rilevante per rispondere alle esigenze specifiche dei clienti e buyer
  • Credibile e basata su punti di forza reali e comprovati.

USP vs UVP: le differenze principali

Anche se utilizzati spesso come sinonimi, in termini di marketing USP e UVP rispondono a esigenze ben diverse:

  • La Unique Selling Proposition si concentra sugli aspetti distintivi di un prodotto o servizio, ossia su ciò che lo rende unico sul mercato.
  • La Unique Value Proposition enfatizza invece il valore percepito dal cliente, illustrando lui i benefici pratici o emozionali che l’azienda è in grado di offrire.

Facciamo un esempio:
Un’azienda B2B che produce e vende software potrebbe avere una USP basata sulla tecnologia innovativa: “La nostra piattaforma integra intelligenza artificiale e CRM avanzati, un’esclusiva nel mercato”; mentre la UVP evidenzierebbe invece i vantaggi lato cliente, come “Supportiamo le aziende nel migliorare l’efficienza, ridurre i costi e ottimizzare il servizio clienti”.

Definire una USP efficace: i passaggi fondamentali

Analisi del mercato e del cliente ideale: conoscere a fondo il mercato e identificare il cliente ideale è il primo passo fondamentale. Identificate i bisogni specifici del target e valutate in che modo i competitor rispondono a tali esigenze. Questa analisi vi permette di avere chiaro come differenziarvi rispetto alle aziende competitor.

Individuazione dei punti di forza unici: quali aspetti della vostra offerta sono davvero unici? Potrebbe trattarsi di una tecnologia innovativa, di un servizio di customer care eccellente o il fatto che vi siate specializzati nell’offrire un servizio ad hoc per una nicchia specifica del settore. Concentrare la USP su un elemento davvero unico crea un valore aggiunto che il cliente riconosce immediatamente.

Comunicazione semplice e diretta: una USP efficace è facile da comprendere e risulta memorabile. Evitate termini tecnici e puntate a un linguaggio chiaro e immediato (ovviamente in linea con il vostro tone of voice) che parli alle esigenze del cliente. Ricordate: nella semplicità risiede la potenza del messaggio.
Test e ottimizzazione continua

Una volta definita la USP, mettetela alla prova. Utilizzate il feedback dei clienti per perfezionare la proposta e assicuratevi che rispecchi costantemente i cambiamenti del mercato e le nuove esigenze del vostro target.

I vantaggi di una USP efficace

Definire una USP chiara offre numerosi vantaggi lato azienda, tra cui:

  • Attrazione immediata. In un mercato sempre più saturo, una USP ben costruita permette ai potenziali clienti di riconoscere immediatamente l’unicità della vostra offerta.
  • Fidelizzazione del cliente. Una proposta di vendita che risponde alle necessità del cliente crea un legame emotivo, contribuendo alla riconoscibilità e alla fidelizzazione.
  • Efficienza delle attività di marketing. Una USP precisa consente di posizionare il messaggio giusto sui canali più efficaci, ottimizzando così le risorse e l’efficacia delle campagne.

Perché affidarvi a VStrategy per sviluppare la vostra USP

Avere una proposta di vendita definita a regola d’arte è cruciale per accrescere authority e attrattiva del vostro brand. Non si tratta solo di strategia, ma di un elemento centrale per la vostra identità aziendale. Se avete bisogno di supporto per costruire una USP efficace e portare il vostro marketing a un livello superiore, VStrategy è pronta a guidarvi.

Contattateci per una consulenza personalizzata e scoprite come possiamo sviluppare una proposta di vendita vincente per la vostra azienda.

Approccio multichannel: perché adottarlo nel B2B

Oggi più che mai, le aziende B2B devono saper intercettare i loro clienti dove e quando serve davvero. Ma come farlo in modo efficace, senza disperdere risorse e massimizzando ogni opportunità di interazione?

L’adozione di un approccio multichannel è una leva strategica fondamentale per chi punta a risultati concreti, adattandosi alle abitudini e preferenze dei buyer moderni. Quel che è certo è che essere presenti ovunque non basta più: utilizzare e diversificare i canali di marketing e comunicazione può fare la differenza nel rendere ogni campagna mirata e incisiva.

Scopriamo di più.

Marketing e multicanalità

Ma perché il marketing multichannel è importante? Il marketing multicanale permette di creare un’esperienza integrata e coerente per il cliente lungo tutto il buyer journey. In un settore come quello business-to-business, dove i cicli di vendita sono più complessi e i decisori spesso numerosi, riuscire a interagire su più canali in modo coordinato contribuisce a fare la differenza.

Gli imprenditori B2B hanno bisogno di considerare che i loro clienti (attuali e potenziali tali) non si trovano mai su un solo canale: sono attivi sui social media, leggono newsletter di settore, partecipano a webinar e ricercano informazioni sui motori di ricerca.

Adottare un approccio multichannel significa dunque aumentare le chance di raggiungere il proprio target, essere presenti dove conta, offrendo contenuti pertinenti e utili che rispondano alle esigenze specifiche del cliente o buyer in ogni fase del suo processo decisionale.

I vantaggi del Marketing Multichannel

1. Brand Awareness

Essere presenti su molteplici canali aumenta la visibilità della vostra azienda. I clienti potenziali possono entrare in contatto con il marchio da diversi touchpoint, e una presenza coordinata su tutti i fronti rafforza la percezione del brand come affidabile, serio e professionale.

2. Aumento del tasso di conversione

Raggiungere i clienti con messaggi personalizzati su piattaforme diverse aumenta le probabilità di conversione.
Chi cerca informazioni tecniche attraverso i motori di ricerca, come Google, ad esempio, potrebbe essere attratto da un white paper, mentre chi naviga su LinkedIn potrebbe preferire post e articoli a carattere informativo. Inoltre, la diversità di contenuti su più canali incrementa l’opportunità di intercettare lead qualificati.

3. Relazioni più forti con i clienti

Il marketing multicanale consente di creare un dialogo continuo, offrendo contenuti rilevanti e preziosi in ogni touchpoint con buyer e clienti. Questa continuità è fondamentale per creare fiducia nel lungo periodo e posizionarsi come partner di valore e riferimento all’interno del proprio settore.

Sviluppare una strategia multichannel efficace

Per sviluppare una strategia multicanale che dia i suoi frutti, è essenziale partire da un’analisi accurata del proprio Product Market Fit o allineamento del prodotto-mercato. Comprendere a fondo il proprio posizionamento e le esigenze del target permette di selezionare i canali e i contenuti più efficaci per raggiungere quello specifico target.

Quali sono dunque i passi chiave necessari nella definizione di una strategia di marketing multicanale efficace?

  1. Definire i canali più adatti: social media, email marketing, blog, live webinar, eventi e fiere di settore: non tutti i canali (sia online che offline) sono uguali e non tutti funzionano allo stesso modo. Individuate dunque quelli su cui è più probabile si trovino i vostri clienti ideali. Come? Partendo dallo studio approfondito del vostro Avatar Buyer®, ossia del vostro buyer o cliente ideale. In questo, il data driven marketing è un validissimo alleato (qualora foste interessati a scoprire di più sul metodo VStrategy, vi invitiamo a dare un’occhiata qui).
  2. Creare contenuti adatti e su misura per ogni canale: la chiave di una buona strategia multicanale sta nell’adattare il messaggio alle caratteristiche del canale e del pubblico che lo frequenta. Un case study dettagliato potrebbe funzionare bene in una newsletter, mentre un’infografica sintetica, concisa ed esplicativa potrebbe ottenere maggiore risonanza all’interno di un post LinkedIn.
  3. Il segreto? Monitorare per migliorare costantemente: l’approccio multichannel richiede attenzione all’analisi dei dati. Senza di essa, non può esserci strategia mirata e per questo efficace. Studiare le metriche di ogni canale e capire cosa funziona meglio consente di mettere in luce cosa funziona e cosa no, migliorando continuamente il tiro della vostra strategia e massimizzare il vostro ritorno sull’investimento.

Il momento giusto per investire nel marketing multicanale è adesso

Adottare una strategia di marketing multicanale può essere davvero un’occasione d’oro per le aziende B2B che puntano a una crescita significativa e duratura. Perché?
Perché anche i buyer oggi sono presenti su molteplici piattaforme e canali: intercettarli con un approccio multicanale e coerente permette di generare relazioni e partnership solide e durature, oltre che incrementare le possibilità di chiudere trattative profittevoli.

Se desiderate elevare il potenziale del marketing della vostra azienda, contattateci.
Noi di VStrategy siamo specializzati nel supportare le aziende B2B nella creazione di strategie multicanale efficaci, progettate su misura per i loro obiettivi di crescita.

Cyber Monday B2B: trarre il massimo da una campagna digitale

Il Cyber Monday non è solo una giornata di promozioni online: è una vera miniera d’oro per le aziende high-tech B2B che sanno coglierne il potenziale, soprattutto nel mondo digitale. Anche se nato come evento consumer, il Cyber Monday offre opportunità straordinarie anche per il settore business: non si tratta più solo di vendere online, ma di creare nuove partnership e accelerare il business, posizionandosi strategicamente sul mercato.

Tuttavia, molte aziende sembrano non sfruttare appieno questa occasione, rischiando di perdere contatti chiave e opportunità di chiudere l’anno con una spinta decisiva.

Come le aziende B2B possono ottenere vantaggi grazie al Cyber Monday

Per sfruttare al massimo il Cyber Monday nel settore B2B, è essenziale adottare strategie mirate che vadano oltre il semplice sconto. Ottimizzare le offerte, costruire relazioni durature e creare valore aggiunto sono solo alcune delle tattiche vincenti.

Ecco alcune strategie chiave per massimizzare l’impatto della vostra campagna.

1. Offerte personalizzate

Le offerte su misura sono un’arma potente, soprattutto nel contesto business. Anziché concentrarsi su sconti generalizzati, le aziende possono infatti creare offerte su misura per i propri clienti in base alle specifiche esigenze di settore. Un’azienda high-tech potrebbe ad esempio offrire un pacchetto che combina software di gestione con hardware dedicato, applicando una percentuale di sconto per tutta la durata del Cyber Monday.

Questo approccio crea un valore unico per ciascun cliente, aiutandolo a risolvere problemi concreti e a ottimizzare i propri investimenti. Per massimizzare l’impatto di questa strategia, potete inviare email personalizzate ai vostri segmenti chiave, spiegando come la vostra offerta Cyber Monday è in grado di rispondere alle loro specifiche esigenze aziendali.

2. Valore oltre lo sconto

I prezzi competitivi sono importanti, ma lo è ancora di più creare valore aggiunto. Il Cyber Monday può essere il momento propizio per integrare le vostre offerte con contenuti formativi o servizi gratuiti che semplificano il loro lavoro. Un esempio? Se la vostra azienda fornisce soluzioni IT potete includere nella vostra offerta un training personalizzato o un’estensione del supporto tecnico gratuito per gli acquisti effettuati in occasione del Cyber Monday. Così facendo non solo aumenterete l’attrattiva della vostra offerta, ma rafforzerete anche la relazione con i vostri clienti dimostrando che l’azienda va oltre il semplice prezzo.

3. Retargeting e lead nurturing

Nel contesto business, i processi decisionali sono spesso più lunghi e complessi. Ecco perché il retargeting durante il Cyber Monday può risultare estremamente efficace. Utilizzando i dati raccolti da lead precedenti o da clienti che hanno mostrato interesse, potete lanciare campagne di remarketing altamente mirate.

Ad esempio, potete inviare offerte speciali a quei clienti che hanno aggiunto prodotti al carrello senza completare l’acquisto o a quelli che hanno mostrato interesse per determinati servizi ma non hanno ancora finalizzato un contratto. Il Cyber Monday, quindi, non è solo una giornata di sconti, ma anche un’occasione per potenziare la vostra pipeline di vendita e mantenere vivo l’interesse dei vostri lead attraverso la lead nurturing.

4. Collaborazioni e partnership

Un altro approccio vincente è quello di creare collaborazioni con altre aziende B2B che offrono prodotti o servizi complementari ai vostri. Ad esempio, se la vostra azienda sviluppa e fornisce software, potete collaborare con un fornitore di hardware per offrire pacchetti e promozioni combinati. Questo tipo di collaborazione aumenta il valore percepito dall’offerta e consente di espandere la vostra base clienti, raggiungendo nuovi mercati.

Trarre il massimo beneficio dal Cyber Monday: l’esempio di Lenovo

Un esempio concreto di campagna di successo è Lenovo, che ogni anno dedica la propria campagna Cyber Monday “Evolve Small” alle piccole e medie imprese (PMI).

Per il Cyber Monday, (limitato di solito a uno massimo due giorni) Lenovo promuove sconti significativi su una vasta gamma di prodotti, tra cui laptop, workstation e server aziendali e non solo. Le promozioni sui prodotti sono accompagnate da pacchetti di supporto esteso e servizi di consulenza gratuita aggiuntivi per aiutare le PMI a migliorare le proprie infrastrutture tecnologiche e il proprio lavoro.

La combinazione tra email marketing personalizzato, concorso a premi e campagne pubblicitarie mirate, permettono a Lenovo di raggiungere in maniera efficace i decisori aziendali, evidenziando offerte progettate per rispondere alle esigenze specifiche delle PMI. La strategia di marketing di Lenovo ha portato a un notevole incremento delle vendite nel segmento B2B, dimostrando l’importanza di una pianificazione accurata durante eventi chiave come il Cyber Monday.

Personalizzare le offerte, creare un senso di urgenza, offrire valore aggiunto oltre lo sconto e utilizzare tecniche di retargeting sono strategie che possono portare a risultati tangibili anche nel B2B.

Le aziende B2B devono cogliere occasioni come il Cyber Monday per innovare le loro strategie di marketing, massimizzare i risultati e posizionarsi come partner di fiducia per i loro clienti.

Black Friday 2024: 5 tip per risultati efficaci nel B2B

È chiaro a tutti: il Black Friday, se sfruttato a dovere, rappresenta una ricorrenza strategica anche per le aziende B2B.
Ma cosa significa davvero il Black Friday per il settore business e, soprattutto, come può la pianificazione strategica permettervi di fare la differenza?

Scopriamolo insieme.

Il Black Friday? Un’opportunità sempre più B2B

Il Black Friday, che quest’anno cadrà il 29 novembre, è solitamente associato a sconti per i consumatori, ma nel contesto business assume un significato del tutto diverso.

Le aziende che vendono ad altre aziende non sono semplici consumatori finali: hanno cicli d’acquisto più lunghi, che richiedono l’intervento di diversi decision maker, esigenze complesse e sono alla ricerca costante di soluzioni in grado di garantire valore sul lungo periodo.
Ma ecco arrivati al punto focale: fare sconti non basta.
Il Black Friday B2B per essere un’opportunità deve educare i clienti, offrire al mercato offerte su misura e creare un percorso di vendita che vada al di là della singola giornata o settimana di promozioni.

Se ad esempio la vostra è un’azienda di software, potreste offrire oltre ad un semplice sconto servizi aggiuntivi come consulenze gratuite, assistenza premium o demo personalizzate per far conoscere ai clienti o buyer interessati le nuove funzionalità del vostro prodotto. In questo modo, non solo sarete in grado di attirare a voi nuovi clienti, ma getterete le basi per collaborazioni a lungo termine con quelli esistenti.

Il successo? Questione di strategia e pianificazione

Nel B2B, l’improvvisazione non paga. E questo spiega perché il Black Friday, soprattutto nel settore business, non può essere trattato come un’iniziativa dell’ultimo minuto.
La pianificazione è infatti fondamentale per cogliere e sfruttare appieno le opportunità offerte dalla Black Week.

Ecco 3 buoni motivi per cui è indispensabile dotarsi per tempo di una solida strategia:

  1. Ciclo di vendita lungo e complesso. Come dicevamo, nel B2B i processi decisionali richiedono molto più tempo rispetto al settore consumer. Per questo, è bene non limitare le promozioni al singolo giorno (o settimana), ma estendere ad esempio le offerte o creare vantaggi per chi chiude un contratto nei mesi successivi, aumentando così le probabilità di conversione.
  2. Fiducia. Le aziende B2B non cercano fornitori, ma partner aziendali affidabili. Una strategia che rafforza la fiducia, con comunicazioni mirate e soluzioni concrete, può contribuire in maniera notevole ad aumentare le vostre probabilità di successo.
  3. Valorizzazione dei dati. La pianificazione strategica permette di sfruttare meglio i dati a propria disposizione. Segmentando il pubblico, potete creare offerte personalizzate che migliorano l’esperienza d’acquisto dei buyer e aumentano le conversioni.

5 tip strategiche di marketing B2B per massimizzare i risultati durante il Black Friday 2024

Strategia B2B Black Friday

Per ottenere il massimo dal Black Friday nel B2B, è fondamentale adottare un approccio ben strutturato e personalizzato. Lanciare promozioni alla rinfusa non porta a nulla: ogni decisione deve essere ponderata sulle esigenze specifiche dei vostri clienti business. La chiave? Saper intercettare il loro ciclo d’acquisto, creando offerte mirate che vadano oltre lo sconto immediato e che portino valore aggiunto e beneficio a lungo termine.

Come massimizzare le vostre opportunità durante il Black Friday 2024?

  1. Segmentate e personalizzate. Il B2B vive di personalizzazione. Non tutti i clienti sono uguali: suddividere il pubblico in base a settore, dimensione aziendale o comportamento d’acquisto passato aiuta a creare comunicazioni mirate che aumentano il valore percepito e le vostre probabilità di conversione.
  2. Create un ecosistema di comunicazione. Non limitatevi a una sola newsletter. Pianificate una strategia di marketing multicanale: per portare risultati di qualità, email marketing, social media, landing page dedicate e contenuti mirati ad hoc per l’occasione devono lavorare in sinergia.
  3. Offrite un valore aggiunto. Piuttosto che semplici sconti, create offerte mirate che includano valore aggiunto come l’assistenza prolungata o le consulenze gratuite. Le aziende B2B sono disposte a spendere e investire quando si tratta di soluzioni che agevolano il proprio lavoro.
  4. Pensate a lungo termine. A differenza del mondo consumer, nel B2B l’acquisto non è impulsivo, perciò non fate l’errore di voler concedere sconti “lampo”. Offerte che durano nel tempo o promozioni attivabili anche dopo il Black Friday permettono agli acquirenti B2B di prendersi il tempo necessario per valutare l’acquisto senza pressioni.
  5. Monitorate e ottimizzate in tempo reale. Il Black Friday si evolve rapidamente, e lo stesso deve fare la vostra strategia. Monitorate costantemente l’andamento delle vostre campagne e intervenite qualora una promozione non stia performando come previsto.

Il Black Friday B2B 2024 rappresenta una ricorrenza straordinaria per tutte quelle aziende che desiderano costruire relazioni solide e durature. Non è solo una questione di offrire sconti e promozioni riservate, ma un’occasione per educare i vostri clienti, rafforzare la brand authority all’interno del settore e raggiungere i vostri obiettivi, specie nell’ultimo trimestre dell’anno (se volete approfondire abbiamo parlato di strategia e obiettivi Q4 proprio qui).

Vi starete chiedendo se esista un segreto per avere successo. La risposta è: assolutamente no.
L’unico suggerimento che però possiamo darvi in occasioni come il Black Friday è quello di pianificare con cura, personalizzare le vostre offerte e sfruttare le potenzialità del marketing digitale.

Data Driven Strategy: quando i dati fanno la differenza

Un aumento del 20% nelle vendite e una riduzione del 30% dei costi di acquisizione: questi sono solo alcuni dei risultati tangibili che un approccio basato sui dati può generare nel marketing B2B.

In un settore come quello business, l’intuito imprenditoriale ha il suo ruolo, ma senza il supporto di dati concreti, si rischia di navigare a vista (se non di fare un buco nell’acqua). Una strategia di marketing guidata solo dall’istinto è infatti poco più di un azzardo.

Al contrario, una Data Driven Strategy consente di prendere decisioni aziendali e di marketing basate su informazioni reali, che consentono alle aziende di ottimizzare l’allocazione delle risorse e aumentare in modo significativo il proprio ritorno sull’investimento.

Perché i dati sono il pilastro del marketing

Ogni interazione che avviene online, ogni campagna pubblicitaria e ogni contatto con clienti e consumatori genera una mole inestimabile e preziosa di dati. Tuttavia, raccoglierli non è abbastanza: il vero valore risiede nella capacità di selezionare i dati giusti e trasformarli in azioni strategiche che portano risultati concreti.

Che cos’è la Data Driven Strategy

La Data Driven Strategy è una strategia, un approccio strategico che si fonda sull’utilizzo di dati accurati per orientare le decisioni strategiche aziendali. Non contempla quindi attività basate su supposizioni o intuizioni, ma fa parlare i numeri.
Questo permette di creare azioni strategiche di marketing su misura, migliorare l’efficacia operativa e ottenere maggiori e migliori risultati, più prevedibili e misurabili.

E la Business Intelligence?

La Business Intelligence (BI) è l’insieme di quei strumenti e metodologie che permettono invece di raccogliere, analizzare e trasformare i dati grezzi raccolti in informazioni utili, concrete. Attraverso tool BI, un’azienda può ottenere una visione dettagliata delle proprie performance, intercettare tendenze di mercato e scoprire nuove opportunità di crescita, garantendo così decisioni strategiche chiare basate su dati solidi e non dettati da istinto o mere supposizioni, specie in questo ultimo trimestre dell’anno.

La sfida? Selezionare solo i dati che realmente contano

Non tutti i dati possiedono però lo stesso valore: il punto cruciale è dunque non quanti dati raccogliere, ma quali. L’errore comune commesso spesso dalle aziende è quello di raccogliere montagne di dati senza sapere realmente quali siano quelli realmente rilevanti per la propria strategia. Ciò è controproducente: porta spesso a una paralisi analitica, dove l’eccesso di dati confonde piuttosto che portare a mappe strategiche realmente utili a guidare le proprie azioni. La vera sfida è quindi identificare i dati, ossia quelle informazioni che hanno un impatto diretto sulle vostre performance.

Nel B2B, ad esempio, alcuni degli indicatori chiave di performance (o KPI) includono:

  • Tasso di conversione dei lead: quanti dei potenziali clienti si trasformano in clienti in carne e ossa?
  • Customer Lifetime Value (CLV): qual è il valore economico di un cliente durante l’intera relazione con l’azienda?.
  • Costo di acquisizione cliente (CAC): quanto spendete per acquisire un nuovo cliente?

Concentrarsi esclusivamente su KPI specifici (quelli strategici per il raggiungimento dei vostri obiettivi di business) e sfruttare strumenti di BI per monitorarli regolarmente, vi permetterà di ottimizzare ogni fase della vostra strategia e di allocare le risorse dove contano davvero differenziando e targettizzando al meglio le attività di marketing.

Come la Data Driven Strategy rivoluziona il marketing aziendale

Nel B2B, personalizzare l’esperienza è fondamentale, e i dati sono lo strumento che vi consente di farlo su larga scala. Una Data Driven Strategy vi permette di creare campagne estremamente mirate, progettate per risuonare con i bisogni specifici di ciascun segmento di clientela.

Immaginate di poter analizzare i comportamenti d’acquisto e i dati di navigazione dei vostri clienti. Con queste informazioni, potete segmentare il pubblico in base a comportamenti specifici e offrire contenuti e promozioni personalizzate.

Il risultato? Maggiore rilevanza, più conversioni, lead in target e una customer experience ottimizzata. In poche parole, una strategia basata sui dati vi mette nella condizione di anticipare le tendenze di mercato. Potete intercettare cambiamenti nella domanda o scoprire nuovi segmenti di mercato prima della concorrenza, consentendovi di adattare rapidamente la vostra offerta.

L’approccio VStrategy

Partiamo sempre dall’analisi dei dati. Una comprensione profonda del contesto in cui opera la vostra azienda è la chiave per prendere decisioni di marketing che siano davvero efficaci.

Attraverso un’accurata Data Analysis e l’uso di strumenti avanzati di Marketing Analytics, analizziamo lo stato attuale delle vostre operazioni, identificando le opportunità di crescita e i punti deboli su cui intervenire. Solo dopo, con il supporto dei dati ottenuti, costruiamo strategie di marketing altamente personalizzate, che vi permettano di raggiungere i vostri obiettivi aziendali. Il nostro processo è di tipo collaborativo: lavoriamo fianco a fianco con i nostri clienti per garantire che ogni strategia sia implementabile e pronta a produrre risultati concreti per cui è stata pianificata.

Adottare dunque un approccio basato sui dati, vi permette non solo di massimizzare il vostro ritorno sull’investimento, ma di differenziarvi dai vostri competitor, offrendo ai vostri clienti ciò di cui hanno bisogno, quando e come ne hanno bisogno.

Volete scoprire come una Data Driven Strategy può fare la differenza per la vostra azienda?
Contattateci. Saremo felici di farvi conoscere di più sul nostro approccio al marketing.

Guida al Data Driven Marketing B2B per la transizione digitale

Il successo non è più una questione di intuizione ma di dati.
Oggi, per le aziende business-to-business, adottare una strategia data-driven non è solo un’opzione, ma una necessità imperativa per emergere e prosperare nel medio e lungo termine.
Integrando strategie basate sui dati, le aziende possono non solo perfezionare le proprie tattiche di marketing, ma anche massimizzare il ritorno sugli investimenti e adattarsi alle dinamiche di mercato in continua evoluzione. Il Data Driven Marketing, quindi, non è solo una tendenza: è la chiave per raggiungere e superare gli obiettivi di business, soprattutto con l’avvicinarsi del Q4.

B2B: perché un approccio data based è essenziale?

Marketing Data Driven B2B

Il Data Driven Marketing (ve ne avevamo già parlato qui) offre una visione chiara e dettagliata dei comportamenti dei clienti, delle tendenze di mercato e delle prestazioni delle campagne, dal momento che le decisioni di acquisto, tipiche del settore B2B, sono in genere complesse e coinvolgono un numero maggiore di stakeholder e processi di approvazione.

Un approccio basato sui dati può permettervi di:

  • anticipare in maniera oculata e strategica le esigenze dei vostri clienti;
  • personalizzare le vostre offerte e attività di follow-up;
  • ottimizzare al meglio le risorse aziendali per ottenere il massimo impatto e risultato.

Il Data Driven per la transizione digitale

La transizione digitale nel B2B non riguarda solo l’adozione di nuove tecnologie, ma anche un cambiamento culturale e strategico che pone i dati al centro delle decisioni aziendali. Ecco dunque che le aziende B2B possono servirsi di un approccio data driven per assecondare e accelerare la loro transizione digitale.

Migliorare la conoscenza e la segmentazione del target cliente

Assecondare la transizione digitale nel B2B richiede anche il saper comprendere in maniera profonda i clienti e le loro esigenze. Utilizzando un approccio data driven, le aziende possono raccogliere e analizzare una vasta gamma di dati provenienti da diverse fonti (CRM, social media, sito web, e-mail marketing, ecc.) per creare profili dettagliati dei clienti e segmentarli in modo acnor più dettagliato e preciso. In questo modo, le aziende sono in grado di offrire esperienze personalizzate, migliorare la soddisfazione dei clienti e aumentare la loro fedeltà.

Ottimizzare l’esperienza digitale del cliente

Un approccio data driven permette alle aziende B2B di ottimizzare l’esperienza digitale del cliente, migliorando la navigabilità del sito web, la facilità di utilizzo delle piattaforme digitali e la qualità dei contenuti offerti. Analizzando i dati sul comportamento degli utenti, le aziende possono identificare i punti di attrito nel customer journey e apportare le opportune modifiche al fine di migliorare l’esperienza cliente complessiva.

Integrare una visione omichannel

La transizione digitale implica spesso l’adozione di una strategia omnicanale, in cui tutti i touchpoint fisici e digitali con il cliente – dal sito web, social media, email agli eventi fisici ecc. – sono integrati e offrono una customer experience coerente. Un approccio data driven consente alle aziende B2B di tracciare il percorso del cliente attraverso questi canali, raccogliendo dati che possono essere utilizzati per affinare ulteriormente le strategie di marketing.

Accrescere il valore percepito da buyer e stakeholder

Il valore percepito dai vostri clienti è strettamente correlato alla personalizzazione e alla rilevanza delle vostre offerte.
Utilizzare i dati per creare contenuti e messaggi altamente personalizzati vi aiuta a migliorare l’esperienza del cliente e a costruire con i vostri buyer e stakeholder relazioni più solide e durature. Ad esempio, un’azienda che analizza i dati di navigazione dei visitatori del sito web può creare esperienze di contenuto personalizzate che rispondono esattamente alle loro esigenze e interessi.

Un consiglio? Implementate un sistema di marketing automation che sfrutti i dati sul comportamento dei vostri clienti per inviare messaggi tempestivi e pertinenti in grado di aumentare notevolmente il tasso di conversione.

Data Driven Marketing e Q4

L’approccio data driven è fondamentale per le aziende che operano nel settore B2B, specialmente in vista dell’ultimo trimestre dell’anno. Questo periodo è infatti cruciale per le aziende poiché rappresenta l’ultima occasione per raggiungere gli obiettivi annuali di vendita, ottimizzare le strategie di marketing e prepararsi in maniera adeguata all’anno successivo.

Ecco dunque che un approccio basato sui dati può essere particolarmente utile per:

1. Pianificare in modo accurato le vendite

Confrontando i dati storici e quelli relativi alle previsioni e tendenze di mercato, le aziende possono prevedere con maggiore precisione le opportunità di vendita e pianificare strategie di marketing più efficaci per l’ultimo trimestre dell’anno. Si tratta di un’operazione fondamentale perché le decisioni di acquisto, specie nel B2B, possono avere cicli più lunghi e complessi rispetto a quelle B2C.
L’analisi predittiva basata sui dati permette di identificare i clienti più propensi all’acquisto e di incentrare gli sforzi di marketing su questi target specifici.

2. Gestire in maniera ottimizzata il funnel di vendita

Il Q4 è spesso un periodo frenetico per la chiusura delle vendite. Utilizzando i dati, le aziende possono gestire in modo più efficiente il loro funnel di vendita, identificando i prospect che sono più vicini alla conversione e concentrando i propri sforzi e risorse proprio su questi contatti. I dati possono inoltre aiutare a identificare e rimuovere alcuni ostacoli che potrebbero rallentare il processo di vendita, migliorando così il tasso di conversione.

3. Migliorare la customer retention

Nell’ultimo trimestre, oltre a concentrarsi sulla chiusura delle nuove vendite, è essenziale che le aziende coltivino i già clienti. Un approccio basato sui dati consente di identificare opportunità di upselling e cross-selling, basate su comportamenti e bisogni attuali dei clienti. Le aziende possono sfruttare l’analisi dei dati per segmentare i clienti esistenti e proporre loro prodotti o servizi complementari, migliorando il valore e il Customer Lifecycle a lungo termine.

Investire nei giusti strumenti e competenze per raccogliere, analizzare e interpretare i dati sarà determinante per il successo a lungo termine.

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Marketing B2B: i 5 errori da evitare

Nel settore business-to-business, la chiave del successo di un’azienda risiede nella sua capacità di costruire relazioni solide e durature con buyer e stakeholder.
Basta infatti un target non definito, una comunicazione non allineata o incoerente per compromettere la percezione che il mercato ha del marchio, minando reputazione e autorevolezza aziendale.

Se volete evitare di cadere nelle trappole più comuni e assicurare che il vostro investimento di marketing dia i suoi frutti, siete nel posto giusto: vi stiamo per svelare i cinque errori più comuni nel marketing B2B.

1. Non conoscere il proprio target

Quello della scarsa conoscenza del pubblico è uno degli errori più frequenti fra le aziende B2B, che conduce spessissimo all’elaborazione di strategie approssimative, incapaci di portare a dei risultati concreti.

Prendiamo un esempio. L’azienda X sta per lanciare la sua campagna di email marketing: ha creato la sua newsletter e provveduto a inviarla al calderone di contatti che ha raccolto nel tempo. La campagna non produce però i risultati sperati: la mail ha raggiunto i destinatari, ma il tasso di apertura è pressoché inesistente. Cosa è successo?

L’azienda, nel settare la campagna, ha dimenticato un elemento più che fondamentale: le mailing list! Senza di esse, una campagna email non può che portare a tassi di apertura e conversione molto bassi o addirittura inesistenti.

La chiave di volta risiede proprio nella segmentazione del pubblico in mailing list, ossia la creazione di singoli segmenti o liste di contatti suddivisi ad esempio in base alla tipologia di prodotto richiesto o offerto, al comportamento di acquisto o all’interesse dimostrato dal cliente verso determinati prodotti e servizi.

Inoltre, la conoscenza del pubblico deve essere in cima alla lista dei fattori chiave per il successo aziendale (79%). Si tratta infatti di una delle primissime attività da svolgere quando si dà vita a una strategia di marketing e comunicazione: occorre che abbiate chiaro fin da subito il target a cui vi state rivolgendo.

Fonte: Content Marketing Institute

In questo senso, lo studio dei vostri buyer personas diventa cruciale per segmentare efficacemente il pubblico e offrire contenuti rilevanti e personalizzati in base alle sue esigenze. Solo così sarete in grado di creare valore per il vostro target e ottenere un significativo ritorno in termini di fedeltà.

2. Trascurare il content marketing

Tantissime aziende B2B sottovalutano l’importanza di contenuti pertinenti e di qualità, incentrando i propri sforzi di marketing quasi esclusivamente sulla vendita diretta.

I dati parlano chiaro: ben il 96% degli acquirenti B2B desidererebbe ricevere maggiori contenuti da parte delle aziende.
Questo sottolinea l’importanza di una solida strategia di content marketing, in grado non soltanto di promuovere i vostri prodotti, ma di instaurare e rafforzare le relazioni di valore tra la vostra azienda e il vostro bacino di buyer attuali e potenziali.

Secondo il Content Marketing Institute, le aziende B2B che investono sulla creazione di contenuti di qualità hanno una probabilità di ottenere un ritorno sull’investimento sei volte maggiore.
Investite dunque sulla qualità dei vostri articoli di blog, newsletter, post social e raccoglietene i frutti.

3. Sottostimare il potere dell’analisi dei dati

I dati assumono un ruolo più che determinante per il successo di una strategia di marketing. Eppure, molte aziende B2B all’interno del settore continuano a destinare pochissima importanza agli insight, commettendo l’errore di non monitorare l’andamento delle azioni di marketing messe in campo.

Tuttavia, sebbene adottare un approccio data driven sia percepito da molte imprese come una sfida, nel 2023 ben il 73% delle aziende B2B ha investito in tecnologie di analisi dei dati, concentrandosi in modo particolare sulla misurazione del ROI.

Monitorare periodicamente le performance del proprio marketing è fondamentale non solo per conoscere con esattezza il ritorno sull’investimento, soprattutto pubblicitario (ROAS), ma anche per correggere il tiro della vostra comunicazione e massimizzarne i risultati.

4. Sottovalutare la SEO

Un sondaggio di BrightEdge ha evidenziato che il 50% delle aziende B2B preferisce investire in altre forme di digital marketing (ad esempio il social media marketing) anziché sulla SEO.

Ovviamente, ciò è imputabile a diversi fattori, ma il punto è che l’ottimizzazione per i motori di ricerca è un’attività essenziale per aumentare la visibilità online, il traffico organico e ottenere un posizionamento chiaro sella SERP di Google. Sottovalutarla significa rinunciare a numerose possibilità di ottenere nuovi potenziali lead e collaborazioni.

Un consiglio? Elaborate la vostra strategia tenendo conto anche della SEO: ricerca delle keyword o parole chiave, ottimizzazione on-page e off-page e la creazione di contenuti di qualità, come articoli di blog che rispondano alle query dei potenziali buyer e imprenditori del settore.

5. Non considerare lo scarso allineamento tra marketing e sales

Uno degli errori più insidiosi, spesso sottovalutato dalle aziende B2B, è la scarsa collaborazione tra i reparti sales e marketing (meglio noto come smarketing).
Quando questi due reparti non sono allineati, l’intera strategia aziendale può risentirne: lead di scarsa qualità, opportunità di vendita mancate e spreco di budget e risorse.

Al contrario, le aziende con una forte sinergia tra sales e marketing riescono a chiudere il 38% in più di contratti e a generare il 208% in più di entrate rispetto a quelle che non hanno questo allineamento. Per ottenere tali risultati ed evitare errori, è essenziale che i due team lavorino a stretto contatto, condividendo obiettivi, dati e feedback in maniera continua.

Evitare questi cinque errori può fare una grande differenza per il vostro marketing, offrendovi la possibilità di raggiungere i vostri obiettivi di business e massimizzare il vostro ROI.

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Marketing B2B per logistica e trasporti: gli strumenti chiave

In principio era tutto sulle spalle degli agenti commerciali, oggi si parla anche di un buon marketing mix, iper aggiornato.
I costanti e profondi cambiamenti che investono il settore logistica e trasporti richiedono a un’azienda una continua modernizzazione delle proprie strategie di vendita e marketing B2B: per rimanere al passo con i tempi e farlo capire alle altre aziende, per offrire sempre nuovi valori aggiunti ai propri clienti.

Ma come riuscirci? Con una strategia di marketing personalizzata sugli obiettivi aziendali in grado di far fruttare al massimo gli strumenti più funzionali, che ora scopriremo assieme.

Un sito web performante

Avere un sito web è ormai una condizione necessaria per tutte le aziende, ciò che fa la differenza è l’efficacia di questo strumento, per le vendite e la brand awareness di un’azienda.

Con un sito web performante un’azienda B2B del settore logistica e trasporti può acquisire contatti, attrarre nuovi clienti, fidelizzare ulteriormente i propri, affermare la propria brand identity e vendere i propri prodotti e servizi.

La costruzione di un sito è dunque uno snodo centrale nella definizione della propria strategia di marketing e richiede un’accurata analisi dei competitor, del target di riferimento e degli obiettivi dell’azienda.

Questo per valorizzare al massimo il proprio prodotto, per differenziarsi dai competitor diretti, ma anche per offrire un’esperienza appagante ai propri potenziali clienti.

Un blog aggiornato

Gli articoli sanno attrarre, coinvolgere e attirare lead e potenziali clienti: stimolano l’engagement con i lettori e favoriscono il posizionamento e la SEO.

Ma ancora, un blog curato migliora la reputazione online di un’azienda, incrementandone la notorietà e dunque la predisposizione di un potenziale cliente a fidarsi dell’azienda stessa.

Nel marketing B2B per logistica e trasporti, poi, è uno strumento importante per aggiornare rispetto a tutta la normativa di riferimento, per comunicare una novità o per mettere in luce le feature dei vostri prodotti e servizi.

Marketing offline

Abbiamo parlato di marketing mix non a caso: in questo settore più che in altri il marketing offline sa fare ancora la differenza. Flyer, brochure, cataloghi, etichette e gadget promozionali sono essenziali a supporto dei commerciali della vostra azienda, ma anche per la partecipazione a fiere e congressi.

Si tratta di materiali più concreti e tangibili, che fanno toccare con mano l’expertise della vostra azienda e che – quando ben pensati – hanno un maggiore impatto emotivo sul cliente e riescono a favorirne la memorabilità.

Un consiglio non scontato: tutti questo materiali offline per risultare davvero funzionali devono essere coordinati nell’immagine e nel Tone of Voice con tutta la comunicazione online dell’azienda.

Ads e PR

Quando si tratta di ads e PR per il marketing B2B nel settore logistica e trasporti, si sta parlando semplicemente della creazione di occasioni di visibilità nei confronti di altre aziende, potenziali clienti.
Google Ads in questo senso è un’ottima soluzione per l’aumento delle conversioni, grazie alla segmentazione di campagne in target e al suo continuo retargeting.

Una strategia di PR può invece puntare alla notorietà aziendale su riviste del settore, sviluppando veri e propri nessi relazionali con l’ambiente di riferimento.
In questo modo si può stimolare il mercato verso un nuovo prodotto o un servizio e/o favorire il posizionamento della vostra azienda sul mercato.

Conosciamo bene la forza del marketing nel rafforzare il brand e i successi aziendali per le aziende B2B del settore logistica e trasporti. Per questo non ci tiriamo indietro nell’accompagnare queste aziende nel loro viaggio online e offline: lo facciamo puntando alla soddisfazione del cliente e a un’ottica green, che non spreca ma ottimizza l’investimento fatto.

Avete bisogno di supporto per la vostra strategia di Marketing B2B? Contattateci.