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Tag: LinkedIn

Le buzzword di cui non abbiamo bisogno (nel marketing)

Le buzzword sono termini o espressioni che diventano di moda in un periodo brevissimo: ieri non esistevano nemmeno e oggi pervadono le discussioni su internet e tra gli addetti ai lavori.

Soprattutto nel marketing: pochi campi sono suscettibili ai trend del momento come il nostro. E tra di noi si muovo alcune buzzword che fanno sembrare “cool” e “sul pezzo” molti marketer ma che forse forse non meritano tutta questa attenzione. Anzi.

Disruptive Marketing

Quando parliamo di Disruptive marketing ci riferiamo a strategie che rompono gli schemi tradizionali, introducendo nuovi modi di pensare e agire che possono trasformare interi settori. In teoria.
Diciamo in teoria perché là fuori c’è chi vede il disruptive marketing ovunque (mettiamo qui a lato un meme esplicativo di questa tendenza).

Tanto che fioccano i marketer che usano questo termine per descrivere qualsiasi novità, anche marginale, nel tentativo di catturare l’attenzione del cliente o dell’utente sensibile alle nuove “strategie” con un post provacatorio e che promette faville sul vostro social di preferenza (ma spesso li vediamo su Facebook e, purtroppo, anche su LinkedIn).

Ma considerando che di Steve Jobs ne nasce uno ogni 20 anni, che non nascono sotto gli alberi nemmeno geni del marketing in grado di rivoluzionare il mercato con campagne di disruptive marketing ovviamente ne abbiamo, ma chi vi parla dicendo che metterà in piedi una strategia “disruptive” per voi…spesso non ha né il budget né le capacita per farlo davvero.

Se cercate nei vostri ricordi di clienti italiani, non a caso vi verrà in mente solo UN esempio forte (sì, sono loro, quelli di Taffo) mentre, se siete dei professionisti del marketing avrete in mente anche altri esempi, ma tutti da brand esteri: il “don’t buy this jacket” di Patagonia, oppure la pubblicità di Netflix per Sanremo 2024 (“Lo sappiamo, questa settimana guarderete altro.  / Ci vediamo la prossima.”)

Growth Hacking

Growth hacking stava a significare una strategia di marketing che utilizza di tattiche creative e cost-effective per aumentare rapidamente la base utente e le entrate di un’azienda, spesso con budget limitati. Forse avrete già capito dove stava il problema.

In poche parole e come potrebbe dire chiunque lavori nel marketing digitale da più di 6 mesi: cosa c’è di nuovo? Ovvero: anche prima che qualcuno coniasse questo termine (a fine anni ’10 del 2000), chi non faceva tattiche di marketing (più o meno lampo) per aumentare rapidamente le vendite?
I growth hacker che non cedono mai diranno che il GH è una cosa diversa, che si tratta di elaborare delle “blietz-krieg” di advertising in grado di dire in uno-due-tre mesi se un prodotto è scalabile.

Sia come sia, in quasi 10 anni di vita il significato è diluito e il growth hacking è solo un’altra buzzword abusata soprattutto perché molti cosiddetti esperti vantano tassi di crescita straordinari (il 950% in due giorni), attribuiti a “growth hacks”, ma quello che tendono a nascondere è che i loro “dati” non sono calcolati su periodi statisticamente rilevati oppure sono elaborati facendo del cherry-piking (sì: sono andati a prendere quelle due settimane in cui tutto è girato per il verso giusto).

Principio di Pareto

Il Principio di Pareto, noto anche come la regola dell’80/20, è un concetto ampiamente riconosciuto nel mondo del marketing. Sarà apparso anche a voi un post da qualche parte per illustrarvi come potete stare comodi comodi mentre quel 20% di lavoro vi aiuterà a tirare su l’80% del profitto, no?

Il principio generalmente suggerisce che l’80% degli effetti deriva dal 20% delle cause. La sua applicazione indiscriminata ne ha fatto invece una buzzword citata per giustificare la concentrazione delle risorse sul 20% dei clienti che generano l’80% dei profitti (le variante di questa formuletta sono infinite: divertiti a inserire “Principio di Pareto” nella barra di ricerca di Facebook per vederne le mutazioni).

Senza andare troppo per il sottile, si può facilmente comprendere come l’assunzione che la regola dell’80/20 sia universale significhi ignorare la complessità e la dinamicità dei mercati (di qualsiasi mercato) dove le proporzioni possono variare significativamente.

Quello che vediamo fare da nostri colleghi e sedicenti divulgatori economici è purtroppo usare questa formuletta come testa da ariete per sfondare l’interesse di utenti poco educati all’economia. A chi non fa piacere pensare che “l’80% del fatturato arriva dal 20% dei tuoi clienti” (quindi: liberati degli altri clienti!); o che “con il 20% del lavoro si può ottenere l’80% dei risultati” (quindi: mettiti comodo…); o ancora che “nel marketing il 20% delle tue attività produce l’80% dei tuoi risultati” (insomma: basta azzeccare la tattica giusta, servono giusto un paio di ads su cui buttare soldi e il gioco è fatto!).

La realtà, purtroppo, è sempre più complessa di così.
Per questo crediamo che si debba partire da strategie vere nel marketing.

LinkedIn Pharma B2B: strategie vincenti ed errori da evitare

Molte aziende di pharma B2B non sentono l’importanza di promuovere il proprio marchio via social? Eppure il social media marketing è un canale eccellente per il marketing B2B: basti pensare che nel 2023 il 25,1% degli utenti social italiani (imprese comprese) ha conosciuto un nuovo brand proprio su una piattaforma social, o che il 60% degli acquirenti controlla proprio sui social un marchio sconosciuto prima di effettuare l’acquisto.

È ovvio, il modo di comunicare e la finalità è bene cambino di piattaforma in piattaforma e la scelta dei social più indicati per il settore sta alla base una buona strategia di marketing B2B, ma se le cose si fanno con professionalità e puntando sempre all’interesse dei possibili utenti i social rispondono, eccome.

Pharma B2B: quali piattaforme per il proprio marketing

Man mano che i mercati crescono, le aziende si ritrovano – che lo vogliano o meno – a diventare parte di reti sempre più ampie ed entrare di fatto in concorrenza con tutte le altre aziende del settore: essere sui social – come abbiamo già indicato in questo articolo sul marketing B2B – significa esistere, giocare a pieno la propria partita.

Per il settore farmaceutico i “campi da gioco” privilegiati sono soprattutto le piattaforme ricche di flussi informativi, come LinkedIn, Facebook e X.
Se quest’ultimo è uno strumento che consigliamo di valutare solo alle grandi aziende B2B, per condividere news ed interagire con i propri follower, Facebook e LinkedIn sono perfetti anche per le piccole e medie aziende che vogliono fare rete con i professionisti, unirsi a gruppi del settore e condividere i propri articoli.

Il re social per il marketing B2B nel settore farmaceutico: LinkedIn

In Italia la preferenza per LinkedIn per chi lavora nel Pharma B2B esiste ed è in forte sviluppo, ma all’estero è davvero un primato. Non sorprende a dire il vero: LinkedIn registra più di 67 milioni di imprese iscritte e ospita più della metà della forza lavoro italiana.

Di fatto sta rappresentando un canale rapido e sicuro per le aziende che vogliono collegarsi con medici e prescrittori per incentivare l’utilizzo dei propri prodotti ed è riconosciuta come la migliore piattaforma per il marketing B2B.

Detto questo, un’azienda non può improvvisare: ha bisogno di strategie e piani d’azioni in grado di garantire maggiore sicurezza negli investimenti (le sponsorizzate su LinkedIn sono le più care in assoluto: conviene puntare dritti al bersaglio).

LinkedIn per il settore Pharma: i tre errori più grandi

Prevenire è meglio che curare, un semplice detto popolare che dovrebbe però essere un mantra per un’azienda che vuole investire. Ecco dunque i tre errori più significativi nei quali un’azienda B2B può inciampare su LinkedIn.

  • Curare solo il profilo aziendale e non quello personale. Su una piattaforma di fatto professionale la credibilità va costruita anche attraverso il profilo personale dei responsabili di vendita e di coloro che poi si interfacceranno con i potenziali clienti. È importante che un profilo personale non si limiti a elencare le esperienze, ma riesca a dimostrare la propria professionalità, a tutto tondo.
  • Non condividere articoli e materiale informativo. Condividere contenuti dettagliati, anche lunghi e scientifici è un ottimo modo per condividere valore con i tuoi follower, mostrando le proprie conoscenze e competenze. Così come i post, i tuoi articoli su Linkedin potranno ricevere reaction e commenti e piaceranno a Google, che reputa LinkedIn un social affidabile: saranno facilmente indicizzati sul motore di ricerca.
  • Non avere una strategia. Un insieme di buone pratiche non può funzionare se slegato da una pianificazione attorno a un obiettivo preciso e misurabile: i risultati non si ottengono sul breve termine e c’è bisogno di progettazione, di studio e valutazione mensile del coinvolgimento del proprio target, per generare lead sempre più qualificati.

I due assi nella manica per una Signora strategia su LinkedIn per il settore Pharma B2B.

Ebbene si, non abbiamo ancora svelato tutto. Ci sono due feature di LinkedIn che rendono questa piattaforma ancora più appetibile per le aziende che vogliono farsi notare nel mare magnum del settore farmaceutico. Si tratta di strumenti eccezionali e potenti che vanno utilizzati, però, con grande attenzione e professionalità, altrimenti rischiano di ritorcersi contro, causando danni all’azienda.

Il comment marketing

Con questa strategia un’azienda lascia commenti significativi su post e articoli per costruire relazioni con le altre aziende, per generare traffico verso il proprio profilo e aumentare audience e brand awareness. Fondamentali per questa tecnica sono la costanza e la scelta accurata dei profili su cui lasciare il proprio commento: i profili scelti non devono solo avere un buon numero di follower e un buon traffico, ma devono anche pertinenti al settore Pharma. I commenti poi fanno l’80% del lavoro: non devono essere dei meri copia e incolla e non devono contenere elementi di giudizio, ma piuttosto devono contribuire a fornire punti di vista, condividere approfondimenti e stimolare la conversazione. Attenzione anche ai commenti spam, che di certo non contribuiscono a promuovere un brand ma rischiano invece di rovinare la propria reputazione online.

I gruppi LinkedIn

Cercare i gruppi più interessanti per la vostra azienda e il vostro target Pharma è un’occasione unica per divenire parte di una comunità di professionisti del settore attiva ed arricchente. E non solo: con un’adeguata ricerca attraverso keyword all’interno del gruppo stesso rivelerà gli utenti più in target, verso i quali focalizzare la propria attenzione con commenti e condivisioni mirate. Attenzione quindi ai contenuti: è bene evitare attività promozionali troppo spinte, che andrebbero non solo a ledere la propria immagine aziendale, ma anche la propria partecipazione al gruppo (i regolamenti di queste community spesso non contemplano l’attività di vendita).

Un esempio di un buon gruppo LinkedIn per il settore Pharma B2B? The Pharmaceutical Marketing Group è il più grande gruppo di comunità farmaceutiche su LinkedIn, con 226.007 membri e mira a un networking di alto valore per il settore Pharma.

Avete bisogno del supporto di professionisti B2B per il vostro marketing?
Contattateci.

LinkedIn per il marketing B2B

Se la vostra azienda opera nel B2B e siete ancora alla ricerca del giusto canale social che vi permetta di raggiungere il vostro target ideale, eccovi 7 buone pratiche con cui dare uno slancio alla vostra comunicazione aziendale su LinkedIn.

LinkedIn: il social business per eccellenza

Ma perché proprio LinkedIn (starà forse chiedendosi qualcuno)?

Con i suoi 875 milioni di iscritti nel mondo, di cui 58 aziende (fonte dati: LinkedIn stesso), la piattaforma si è conquistata nel tempo il primato di social business per eccellenza: numeri da capogiro e in continuo aggiornamento rendono LinkedIn la piattaforma perfetta per aumentare visibilità, engagement e partnership commerciali, soprattutto nel settore business-to-business.

Ma come fare la differenza in un ambiente digitale così densamente popolato da aziende?

Dando alla propria target audience contenuti mirati e autentici in grado di creare valore, offrendo soluzioni valide o chiarire dubbi su un determinato topic, prodotto o servizio.

LinkedIn per la lead generation

Ma la supremazia di questo strumento non si esaurisce mica qui: sì, perché ben l’80% dei lead generati dai social media deriverebbe proprio da LinkedIn.

Rispetto ad altre piattaforme social, come Facebook e X, LinkedIn ha infatti un’efficacia del 277% nella generazione di contatti in target (fonte: Hubspot).

In questo senso, il potenziale offerto della piattaforma è uno dei motivi principali che dovrebbe spingere le aziende B2B a investire oggi maggiori risorse e incentrare i propri sforzi di marketing proprio su questo social.

Vediamo dunque alcuni accorgimenti e best practice che dovreste tenere a mente per il suo utilizzo ottimale.

LinkedIn B2B: 7 tattiche per aumentare l’efficacia della vostra comunicazione aziendale

Ecco 7 consigli pratici per utilizzare [bene] LinkedIn all’interno della vostra strategia social aziendale:

1. Ottimizzate il vostro profilo

Il vostro profilo è la vetrina digitale della vostra azienda: dai recapiti aziendali all’immagine profilo e di copertina, assicuratevi che tutte le informazioni siano corrette e perfettamente in linea con la vostra identità aziendale.
Un profilo ben curato e aggiornato in tutti i suoi campi non solo catturerà l’attenzione, ma trasmetterà ai potenziali partner fiducia e professionalità.

2. Create collegamenti di valore

Non cadete nella trappola dei collegamenti senza scopo, ma fate sì che il vostro messaggio arrivi dritto alle orecchie del vostro target di riferimento.

Focalizzatevi perciò sulla qualità delle vostre relazioni commerciali: cercate potenziali partner, clienti chiave e professionisti realmente interessati ai contenuti (e naturalmente anche ai prodotti e servizi) che offrite.

Avere chiaro qual è il vostro target, vi permetterà di dare vita a contenuti business che aumenteranno l’efficacia della vostra comunicazione.

3. Generate contenuti business autorevoli per il vostro settore

LinkedIn è un canale dove la brand authority conta moltissimo.
Centrale sarà investire nella creazione di contenuti ad hoc che dimostrino una conoscenza approfondita del campo nel quale operate, comunicando in maniera chiara valori ed elementi differenzianti della vostra azienda.

Offrite articoli, post e video informativo-educativi in grado di fornire soluzioni, approfondimenti e tendenze utili e capaci di attirare l’attenzione di professionisti e aziende B2B della vostra rete.

4. Date spazio alla creatività

Dai post carosello ai video, passando per i sondaggi e i link in anteprima: non limitatevi a creare le stesse tipologie di post, ma sperimentate i contenuti in tutte le loro forme.

Ricordate tone of voice, incisività e personalità nello stile comunicativo: una comunicazione persuasiva e accattivante è ciò che renderà la vostra presenza autentica e riconoscibile all’interno della piattaforma.

5. Partecipate a gruppi e conversazioni di settore

Unitevi ai gruppi di settore e partecipate attivamente alle discussioni sotto articoli e post: questi spazi digitali sono arene virtuali ideali per condividere idee, apprendere dalle esperienze altrui e stabilire partnership significative.

Partecipare a scambi e interazioni inerenti tematiche di settore contribuirà a rafforzare la vostra presenza, facendo spiccare la voce della vostra azienda.

6. Utilizzate lo strumento @tag

Uno degli strumenti messi a disposizione dalla piattaforma, ma di cui molte aziende sottovalutano l’importanza.
Utilizzatelo per taggare e includere i partner commerciali con cui collaborate all’interno dei vostri aggiornamenti: così facendo, avrete l’occasione di generare discussioni su topic di settore, aumentando autorità e reach organica.

7. Non dimenticatevi le LinkedIn Ads

Come visto, LinkedIn è un’ottima fonte di lead qualificati.
Per questo, sfruttare la visibilità a pagamento della piattaforma può essere una valida opportunità per raggiungere in modo ancor più mirato il vostro target di partner e fornitori.

Ottimizzate le vostre campagne LinkedIn selezionando settori, posizioni aziendali e altri criteri per presentare i vostri prodotti e servizi alle giuste aziende.
Le sponsorizzate, anche su LinkedIn, sono il mezzo perfetto per trasformare potenziali lead in clienti in carne e ossa.

Essere presenti su LinkedIn e dar vita ad una comunicazione aziendale che permetta di raggiungere i vostri obiettivi richiede padronanza della piattaforma e una strategia di comunicazione ben strutturata (se avete ancora dubbi o volete iniziare a muovere i primi passi sulla piattaforma ma non sapete da dove iniziare, affidatevi a dei professionisti 😉).

Nel panorama business-to-business, LinkedIn non è solo un social network professionale, ma una leva potentissima che può condurre la vostra azienda al successo 🚀