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Marzo 22, 2024

Perché fare storytelling nel 2024

Esperimenti psico-narrativi, attrici greche, un rinoceronte magico (?), giganti della pubblicità e piccole aziende che sbaragliano la concorrenza con budget ridotti: come e perché si può fare storytelling adesso. Senza essere noiosi.

Ti capita mai di fare fatica a ricordare fatti insignificanti? Fatti così piccoli e irrilevanti per il corso naturale della tua vita che ti chiedi come hai fatto a impararli la prima volta? Eppure la tua incapacità di ricordarli ti fa infuriare. Chi era l’attore di quel film greco, sai quello con Melina Mercouri, degli anni Sessanta? Come si chiama il bastone che portano i folletti? E la ragazza di tuo cugino? […]

Le risposte a tutte queste domande e ad altre ancora troveranno risposta quando entrerai in orgoglioso possesso di Rhinoceros Knows. Ogni volta che ti senti perplesso, strofina semplicemente il suo naso (noto anche come “corno”). Sentirai una scossa di energia nei tuoi neuroni, le tue sinapsi diventeranno più appiccicose, il tuo lobo frontale pulserà piacevolmente e gli occhi del rinoceronte luccicheranno, in modo così sottile.

E poi, tra non più di cinque minuti, arriveranno le risposte: Fedra non è un film greco, ma un film americano ambientato in Grecia; l’attore è Tony Perkins. Shillelagh. Candace. […]

L’oggetto in questione è questa banalissima statuetta a forma di rinoceronte: uno delle cento carabattole protagoniste di Significant Object, un esperimento che è ancora oggi una pietra miliare nel campo dello storytelling, promosso da Rob Walker e Joshua Glenn nel luglio 2009. I due giornalisti americani affidarono a cento scrittori cento oggetti apparentemente insignificanti con una sola richiesta: scriverci un racconto. Ed ecco che, grazie alle storie poi inserite nella didascalia di Ebay, ciascun oggetto riuscì a raggiungere un valore almeno 37 volte superiore a quello di partenza. Con la sua storia (di cui avete letto solo l’attacco!) il rinoceronte passò addirittura da $1 a $57.

Ecco dimostrata l’esistenza di un capitale narrativo in grado di moltiplicare il valore di partenza di un oggetto, di un servizio, di un brand di ben 37 volte: lo storytelling.

Che cos’é lo storytelling

Il Cambridge Dictionary lo definisce generalmente come «l’attività di scrivere, raccontare o leggere storie». Più precisamente nel marketing è definito come quell’arte «interattiva che utilizza parole e azioni per rivelare gli elementi e le immagini di una storia, incoraggiando al tempo stesso l’immaginazione dell’ascoltatore», come evidenzia il National Storytelling Network.

Salta subito all’occhio uno degli obiettivi principali dello storytelling, ovvero l’interazione con chi ascolta, con il proprio pubblico: un traguardo fondamentale per ogni azienda, che attraverso lo storytelling può raggiungere altri goal, altrettanto importanti. Scopriamoli assieme.

A cosa serve nel 2024 lo storytelling

Lo storytelling è tutt’ora una delle tecniche più funzionali nel marketing e le aziende vi ricorrono giornalmente. Se ti stai domandando perché, abbiamo individuato qui le tre motivazioni più importanti.

1. Crea relazione con i propri clienti

Raccontarsi significa relazionarsi con il proprio gruppo di riferimento, con il proprio target. Le storie che funzionano hanno come protagonista più il cliente che la propria azienda e riescono a toccare la vita di chi le legge. Come? Beh, semplicemente aiutando le persone a sorridere, a immedesimarsi o a compiere qualche azione in particolare. Grandi esempi in questo senso ci arrivano dai video sulle norme di sicurezza aerea: l’ultimo è quello di Ita Airways che alla classica narrazione fredda e impersonale delle hostess sovrappone un video divertente, puntando tutto su uno dei più grandi deboli dei suoi italiani: lo sport!

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2. Genera identità

Una storia dà forma a un qualcosa che deve essere riconosciuto come vero sia da chi lo scrive che da chi lo fruisce. Una storia genuina mostra le cose senza dirle e genera senso identitario, sia all’interno dell’azienda che all’esterno, tra il suo target. In questo senso esemplari sono gli spot di Ikea. Ne conoscerai già diversi, ma che ne dici di guardare uno degli ultimi usciti? Parole d’ordine: inclusività, personalizzazione, empatia.

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3. Aiuta a posizionarsi

Come ci dimostra Significant Object con la narrazione si guadagna. Ma non solo, la giusta storia fa toccare con mano il valore del proprio brand e dei propri prodotti, aiuta a creare un proprio mercato e una cerchia di acquirenti sempre più fidelizzati. Di conseguenza, aiuta anche a prevedere gli andamenti di mercato e tarare il tiro al momento giusto.

Storytelling per piccole e medie aziende

Tutti d’accordo con gli esempi sopra citati, ma come occuparsi di storytelling senza i budget di aziende come Ita Airways o Ikea? Abbiamo una buona notizia: in questo ambito un budget inferiore non rappresenta automaticamente una condizione sfavorevole, perché ciò che conta è la cura nel trovare la propria storia e nel riproporla in modo costante e deciso. Perché di fatto quella storia dovrà diventare la spina dorsale di tutta la tua programmazione content.
Qualche esempio di azienda che c’è riuscita? Te lo diamo subito!

CRAK Brewery

Tre amici trasformano la loro passione per la birra in un birrificio artigianale d’eccellenza e completamente indipendente. Dal Tone of Voice energico e ribelle, CRAK ha inaugurato una vera e propria rivoluzione nel settore, allontanandosi dall’anonimato della birra da supermercato e alzando le mani verso creatività e freschezza.

Lazzari store

Da un piccolo laboratorio anni ’80, nascosto dietro un cinema in provincia di Vicenza, una piccola azienda di famiglia crea il proprio brand di abbigliamento puntando sul tempo. Esatto, perché per Lazzari store un capo deve durare. Il risultato è uno stile classico con tocchi di sorpresa inserito in una storia che, con un taglio etico e ispirazionale, porta il made in Italy in tutto il mondo.

Hai bisogno di trovare la tua storia? Contattaci, ti guideremo noi!