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Febbraio 2, 2024

Cos’è Perplexity (E Google è morto?)

La scommessa di Aravind Srinivas, Founder e CEO di Perplexity, sta tutta in questo “elevator pitch” che ha tirato fuori dal cappello durante una recente intervista: “Se puoi rispondere direttamente alla domanda di una persona, nessuno ha bisogno di quei 10 link blu”.
Come a dire: ho creato uno strumento che permetterà a tutto il Mondo di non passare più nemmeno mezzo minuto a cercare la risposta giusta su Google. Ve la do io in meno di cinque secondi.

Perplexity è un concorrente di Google?

Cos’è Perplexity?
Perplexity AI è un “motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale che utilizza modelli linguistici di grandi dimensioni per fornire risposte accurate e complete e domande specifiche”. Questa è la risposta che ci ha dato lo stesso chatbot di Perplexity.

Ma facciamo un passo indietro per rispondere con cognizione di causa alla domanda che tutti ci stiamo facendo: Perplexity è un concorrente di Google?
Al momento non esiste uno strumento che possa superare Google in tutte le sue funzionalità. Dobbiamo attraversare oceani e continenti e arrivare fino in Cina per trovare una cosiddetta everything-app che possa eguagliare o superare l’azienda della grande G: WeChat. Ma la Cina è ancora un altro mondo.

A oggi, invece, nessuna delle nuove AI a disposizione di early adopter, nerd, curiosi e professionisti del settore tech ha davvero messo in discussione la posizione di mercato del prodotto di Larry Page e Sergey Brin. Proprio perché si tratta di tool non immaginati per il largo pubblico ma per nicchie di utilizzatori.

Basta vedere i dati:

  • Utenti attivi di ChatGPT a gennaio 2023: 180 milioni.
  • Utenti attivi ogni giorno su Google nel 2023: oltre un miliardo.

La guerra delle AI

Molteplici sono le AI che ci hanno entusiasmato da novembre 2022, cioè dai giorni del lancio di ChatGPT: Bard, Claude, Copilot, Gemini. Solo per nominare le più grandi.
Altra cosa è però Perplexity AI: che sembra mirare al bersaglio grosso.
Nel suo mirino non ci siamo infatti noi marketer, non ci sono i grafici, non ci sono i coder, né i lavoratori della cultura o dell’editoria.

C’è invece l’utente medio: che oggi si sveglia e vuole sapere quali sono gli ingredienti della carbonara. In meno di cinque secondi.

Ma è sufficiente andare sulla homepage di Perplexity, vedere la pulizia del design e leggere la sua tagline (“where knowledge begins”) per capire che questo non è strumento per (noi) nerd smanettoni, ma qualcosa pensato per tutti.

E che, potenzialmente, può cambiare il modo in cui ci muoviamo nel web.

Flashforward

Immaginiamo un futuro non lontano, nel quale Google non è più il motore di ricerca incontrastato tra Europa e Nord America.
Ecco lo scenario.
Parte del traffico di professionisti del digitale si è spostato su tool di sistemi linguistici basati su deep learning, mentre Google difende la sua posizione da altri motori di ricerca integrata con AI (come Bing/Copilot di Microsoft). Ma non solo. Al contempo la società di Mountain View deve anche guardarsi da un nuovo player come Perplexity, che ha creato un nuovo modo per fruire internet: sì, la maggioranza degli utenti utilizza ancora Google per trovare un ristorante, approfondire una ricerca, orientarsi nel mare magnum delle news, trovare strumenti di lavoro, o iniziare a fare shopping. Ma una nutrita minoranza preferisce Perplexity per avere risposte quasi istantanee a questiti e curiosità. Una minoranza in crescita che non vuole più faticare a cercare tra il mare magnum di possibili risposte di Google.

Cos’è davvero Perplexity?

Se il futuro che abbiamo ipotizzato è possibile, lo è perché Perplexity oggi ha un grande punto di forza rispetto a Google: la sua semplicità.
Google in meno di 30 anni si è fatto sempre più complesso. Da luogo virtuale dove trovare risposte a domande semplici e dove scovare siti di informazione è diventato una sorta di “contenitore di internet”: molti di noi non sono in grado di immaginare di entrare o muoversi su internet senza passare da Google.

Perplexity, invece, è una sorta di incrocio tra Google dei primi anni e Wikipedia. O, se preferiamo, possiamo dire che Perplexity è un Google senza rumore di fondo. Perché la sua forza sta tutta nella linearità: quando poniamo una domanda a Perplexity non abbiamo come risposta decine di link, valanghe di immagini, o box pubblicitari un po’ invadenti e camuffati da risposte a query organiche. Quello che abbiamo è solo la risposta alla nostra domanda corredata dalle fonti, qualche immagine e un pugno di domande suggerite a seguire.

Ovviamente il futuro che abbiamo immaginato nel nostro flashforward è solo uno dei tanti possibili: se avessimo una DeLorean alimentata a plutonio potremmo fare un salto in avanti anche solo di 10 anni e scoprire che davvero Google sarà detronizzato in favore di un internet diverso, policentrico e articolato su più piattaforme. Oppure potremmo ritrovarci in un futuro nel quale tecnologie come l’AI, la fusione a freddo e interfacce neurali ci hanno apparecchiato un mondo nuovo e quasi inimmaginabile.

Ah, se hai dubbi o curiosità su come spiccare nel mare magnum del web,
non esitare a contattarci!
P.S. Puoi sempre dare un’occhiata ai nostri servizi di Adv & Comunicazione 😉