Cos’è Perplexity (E Google è morto?)
Perplexity è un concorrente di Google?
Cos’è Perplexity?
Perplexity AI è un “motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale che utilizza modelli linguistici di grandi dimensioni per fornire risposte accurate e complete e domande specifiche”. Questa è la risposta che ci ha dato lo stesso chatbot di Perplexity.
Ma facciamo un passo indietro per rispondere con cognizione di causa alla domanda che tutti ci stiamo facendo: Perplexity è un concorrente di Google?
Al momento non esiste uno strumento che possa superare Google in tutte le sue funzionalità. Dobbiamo attraversare oceani e continenti e arrivare fino in Cina per trovare una cosiddetta everything-app che possa eguagliare o superare l’azienda della grande G: WeChat. Ma la Cina è ancora un altro mondo.
A oggi, invece, nessuna delle nuove AI a disposizione di early adopter, nerd, curiosi e professionisti del settore tech ha davvero messo in discussione la posizione di mercato del prodotto di Larry Page e Sergey Brin. Proprio perché si tratta di tool non immaginati per il largo pubblico ma per nicchie di utilizzatori.
Basta vedere i dati:
- Utenti attivi di ChatGPT a gennaio 2023: 180 milioni.
- Utenti attivi ogni giorno su Google nel 2023: oltre un miliardo.
La guerra delle AI
C’è invece l’utente medio: che oggi si sveglia e vuole sapere quali sono gli ingredienti della carbonara. In meno di cinque secondi.
Ma è sufficiente andare sulla homepage di Perplexity, vedere la pulizia del design e leggere la sua tagline (“where knowledge begins”) per capire che questo non è strumento per (noi) nerd smanettoni, ma qualcosa pensato per tutti.
Flashforward
Cos’è davvero Perplexity?
Perplexity, invece, è una sorta di incrocio tra Google dei primi anni e Wikipedia. O, se preferiamo, possiamo dire che Perplexity è un Google senza rumore di fondo. Perché la sua forza sta tutta nella linearità: quando poniamo una domanda a Perplexity non abbiamo come risposta decine di link, valanghe di immagini, o box pubblicitari un po’ invadenti e camuffati da risposte a query organiche. Quello che abbiamo è solo la risposta alla nostra domanda corredata dalle fonti, qualche immagine e un pugno di domande suggerite a seguire.
Ovviamente il futuro che abbiamo immaginato nel nostro flashforward è solo uno dei tanti possibili: se avessimo una DeLorean alimentata a plutonio potremmo fare un salto in avanti anche solo di 10 anni e scoprire che davvero Google sarà detronizzato in favore di un internet diverso, policentrico e articolato su più piattaforme. Oppure potremmo ritrovarci in un futuro nel quale tecnologie come l’AI, la fusione a freddo e interfacce neurali ci hanno apparecchiato un mondo nuovo e quasi inimmaginabile.