Gennaio 19, 2024
Da Apple a Xiaomi: il potere della brand extension
Può un produttore di tecnologia di largo consumo diventare dall’oggi al domani competitor di Chrysler e Volkswagen? Ma soprattutto, quanto in là può spingere la brand extension?
La brand extension (o estensione di marca), se fatta a dovere, consente alle aziende di accrescere il proprio business, sfruttando la visibilità e la potenza del marchio.
Ma cos’è la brand extension? 🤔
Avete presente quando, girovagando tra le corsie del vostro supermercato preferito, siete incappati in quel prodotto novità di un marchio a voi noto?
Ecco, la brand extension – conosciuta anche come brand stretching – è una tecnica di marketing che prevede di sfruttare la visibilità e autorevolezza di un marchio, già noto ai consumatori, al fine di introdurre sul mercato nuovi prodotti o categorie di prodotto.
Ma vediamo ora due esempi concreti, seppur diversi, di estensione.
Dai computer ai dispositivi indossabili: il successo di Apple
Nata come azienda produttrice di personal computer nel 1976, Apple ha dimostrato nel tempo una capacità di estensione senza precedenti.
E il lancio del nuovo iPhone, nel 2007, ne è stata la prova.
Il nuovo iPhone ha infatti segnato il punto di svolta epocale che ha contribuito a rendere l’azienda uno dei marchi in più rapida crescita su scala mondiale sbaragliando la concorrenza.
La qualità dei prodotti a marchio Apple, unita alla fiducia nutrita dai suoi seguaci e adepti, ha spinto l’azienda di Cupertino a estendere nuovamente il marchio, introducendo solo tre anni dopo, nel 2010, la prima generazione di iPad. Ma non finisce qui: nel 2014, Apple ha operato una nuova estensione, lanciando sul mercato il suo primo dispositivo indossabile, l’Apple Watch Series 0.
Non c’è dubbio: tutti i nuovi prodotti del marchio sono stati accolti positivamente dal mercato, facendo breccia nel cuore dei consumatori grazie alla forte credibilità e reputazione che l’azienda è riuscita a costruire di sé.
Xiaomi: dall’elettronica di consumo…ai veicoli elettrici!
Un’operazione di estensione un po’ insolita, ma piuttosto recente, è quella operata da Xiaomi che nel marzo 2021 aveva promesso di investire 10 miliardi di dollari nella produzione di veicoli elettrici.
Il brand, nato solo nel 2010, ha riscosso un enorme successo, facendo dell’inclusività il fattore chiave del suo posizionamento (in netto contrasto con Apple che da sempre punta invece sull’esclusività) e arrivando a diventare la terza più grande azienda di smartphone ed elettronica al mondo.
Ma cosa ha a che vedere un’azienda produttrice di smartphone e TV con le auto elettriche?
Ebbene, lo scorso dicembre la multinazionale cinese ha annunciato infatti il lancio della sua prima vettura elettrica, la berlina SU7, operando a tutti gli effetti quella che è un’estensione di marca.
Le intenzioni del brand sono apparse da subito chiare: seppur competitivo, Xiaomi punta a rivoluzionare il settore automotive grazie all’integrazione perfetta tra ecosistemi intelligenti e veicoli elettrici.
Quel che è certo è che il brand può contare ad oggi su una visibilità e potenza di brand non indifferente. Chissà che Xiaomi non riesca anche in questa impresa!
In conclusione, che si tratti di pura ambizione personale o di obiettivi di business audaci, quel che conta è rimanere coerenti, tenendo fede a quell’asset di valori su cui il brand affonda le proprie radici.
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