4 cose divertenti da leggere, guardare e ascoltare d’estate tra marketing e realtà
Amate i super-imprenditori ma temete che possano distruggere il pianeta? Ci si può divertire in crociera e contemporaneamente imparare qualcosa di copywriting e marketing? Si può fare informazione sul digitale senza fare clickbaiting? Solo gli americani possono insegnarci come scrivere sul web?
Un film, due libri e un podcast per rispondere a queste (e a tante altre) domande importanti per marketer e appassionati di marketing digitale. O anche solo per godersi l’estate senza sudare troppo sui dati.
Steve Jobs (il film di D. Boyle)
Steve Jobs è stato il primo multimilionario visionario assurto allo status di Ispiratore. Molto prima di imprenditori-superstar che non sappiamo dire se siano supereroi o supervillain (sì, Elon, stiamo pensando a te!).
Ma è il futuro che ci stupisce di questo film (al momento su Netflix ). Perché in mezzo a dialoghi scintillanti in cui i personaggi principali duellano in punta di fioretto su cosa significa essere un genio e cosa significa essere un essere umano, è proprio la visione ottimistica del futuro di Jobs che ci travolge. Il futuro che immaginava era pieno di arte e bellezza, lontanissimo dal futuro immaginato prima di lui (quello di Blade Runner e di 1984), ma anche da quello che fatichiamo a immaginare noi, a quasi quarant’anni di distanza dalla famosa presentazione del primo Macintosh.
Un film che fa sorridere molti marketer e sicuramente ha strappato più di un sorriso a molti UX designer per la spiegazione di Jobs sul perché serve il mouse:
“Se voglio dirti che hai la camicia macchiata, indico la macchia. Non dico che hai una macchia 14 cm sotto il colletto e tre cm a destra del secondo bottone mentre cerco il comando per l’acqua.”
Una cosa divertente che non farò mai più (il libro di David Foster Wallace)
David Foster Wallace si imbarca per conto di Harper’s in un racconto dissacrante su una crociera extra-lusso dove ogni singolo cliente viene accolto e riverito fino allo straniamento sensoriale (e oltre).
Letto oggi, 20 anni dopo da un marketer, questa “cosa divertente” fa tanto riflettere.
Fa riflettere sulla nostra ossessione per il customer journey e ci fa pensare ai nostri carrelli online costruiti a prova di scemi (zeppi di consigli: vuoi acquistare anche questo?). Ma più di una lacrima la versiamo anche per i copywriter che si fanno prendere la mano con l’assertività del copy, come nel caso di tutti quei “vi divertirete!” ripetuti sui depliant in carta patinata della crociera: un “uso quasi imperativo della seconda persona” che fa soffrire il povero DFW.
Per gli amanti della bella scrittura e della psichedelica letteraria è da brividi la carrellata posta in incipit:
“Ho sentito il profumo che ha l’olio abbronzante quando è spalmato su oltre dieci tonnellate di carne umana bollente […]. Ho visto tramonti che sembravano disegnati al computer […]. Ho partecipato (molto brevemente) a un trenino a ritmo di conga.”
Ciao, Internet! (podcast e altro di Matteo Flora)
Flora si occupa di reputazione digitale e marketing e pubblica con una buona frequenza contenuti su YouTube, e Spotify ma lo potete seguire anche su Twitter e Telegram per i suoi interventi puntuali su tanti temi (digitali) del giorno. Flora è insomma un fine nerd e un divulgatore perché: sa di quello che parla, non sfigura in un contesto tipo TED talks (e infatti ha partecipato anche di recente a TED Belluno) ed è cintura nera dei recap delle peggiori s**tstorm per cui ci appassioniamo sui social.
Qualche suo spiegone utile e divertente di cui non potrete fare a meno? Il garante della privacy è il nuovo sceriffo che ci difenderà dal bandito ChatGPT? Quanto guadagnano i tiktoker dalle sciagure altrui? Quante multe ha preso Meta ultimamente?
Perfetto se volete stare sul pezzo ma non volete fermarvi ai titoli urlati in piena modalità clickbaiting.
“Una baby-influencer dell’equitazione con tanto di Sponsor, 11enne, critica aspramente Chiara Ferragni accusata di non essere una buona ispirazione per le coetanee. Tutto meraviglioso, ma rimane la domanda: cosa ci faceva una 11enne su Instagram?”
Paroline & paroloni (il libro di Luisa Carrada)
Consigliamo a chi vuole fare il copywriter di non ricorrere al solito accattivante manuale americano. Perché? Perché lingua e cultura fanno la differenza. Leggetevi piuttosto questo libello di Luisa Carrada: ne evitiamo la recensione puntuale di ogni capitolo (per quello avete tanti ottimi siti da spulciare, oltre all’amico Google) ma sottolineiamo che Carrada è spettacolare nello scrostare un po’ di malcostumi di tanti copywriter che lavorano nel marketing digitale. Per chi volesse giusto qualche esempio concretissimo di esempi pesanti come… bastonate:
- una parola giusta e precisa funzionerà meglio di un termine magari comodo e altisonante ma vago;
- dosiamo con attenzione aggettivi e avverbi;
- evitiamo abbinamenti scontati (consiglio che fa tirare un sospiro di sollievo dopo decenni di “eventi prestigiosi” o “preziosi suggerimenti”!).
“Scegliere le parole giuste ci aiuta a scriverne meno, ma anche a far capire, vedere, sentire e ricordare meglio. Se il balcone si affaccia, non ci sembra di sporgerci già sul lago? E quel giardino costellato di aiuole non ci ricorda la bellezza di un cielo pieno di stelle?”