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Marzo 30, 2023

Il “ciaone” di Mailchimp alle piccole aziende

Dall’“Empower the underdog” al nuovo piano gratuito: così Mailchimp esclude le piccole realtà dall’utilizzo della sua piattaforma.

Da anni ormai Mailchimp si è affermato come il brand n.1 nell’email marketing e delle automazioni. Ha letteralmente spopolato tra le piccole attività, ma oggi, dopo la sua acquisizione da Intuit sembra aver dimenticato il suo motto iniziale: “Empower the underdog” (“Dai potere agli sfavoriti”).

Anzi, Mailchimp sta proprio salutando le micro realtà con un significativo ridimensionamento del piano gratuito: gli indirizzi gestibili passano da 2000 a 500. Una riduzione drastica che esclude la maggior parte di piccole realtà che contavano sull’ utilizzo gratuito della piattaforma per il loro email marketing.

Un cambiamento in essere già da qualche tempo per i nuovi sottoscrittori, ma che consentiva a chi aveva fatto l’iscrizione da maggio 2019 di continuare a beneficiare gratuitamente della gestione di 2000 indirizzi.

È stato bello finché è durato. Da qualche mese Mailchimp ha richiesto anche a questi clienti di adeguarsi al nuovo piano ridimensionando il loro numero di contatti o acquistando un piano a pagamento. Il tutto entro il 10 marzo.

I risultati? Migliaia di account bloccati e di aziende ferme sulla fatidica domanda: «riduco i miei contatti a 500 indirizzi, passo a un’altra piattaforma o pago mailchimp?».

I 5 consigli VStrategy per le aziende che si stanno interrogando sul da farsi:

  1. Parti dal numero dei tuoi contatti.

È ovvio che se stai gestendo 1700 indirizzi non sarà possibile ridimensionarli a 500, ma se i tuoi contatti sono 750-800 puoi farci un pensierino. Ricorda infatti che nel conteggio Mailchimp non valuta solo gli attivi ma anche i disiscritti: fai un controllo, magari eliminando i tuoi disiscritti puoi riuscire a rientrare nel conteggio.

  1. Approfittane per una bella pulizia.

Da quanto tempo non diventi Marie Kondo per la tua mailing list? Valuta di disiscrivere dal tuo indirizzario chi non apre mai (o quasi) le tue mail, chi non clicca mai su ciò che proponi. I vantaggi? Tassi più alti (e più realistici) di apertura, e una lista alleggerita. Prima di farlo però prova ad attirare l’attenzione con un messaggio incisivo, del tipo: “Tutto ok?”.

  1. Non aver paura di cambiare.

È possibile passare da un ESP (Email Service Provider) all’altro trasferendo tutti i dati con una migrazione che può impiegare circa 30 giorni. Non preoccuparti: potrai impostare le tue campagne e continuare con l’email marketing fin da subito! E se vorrai regalare completa trasparenza ai tuoi clienti, racconta del tuo cambiamento, così capiranno se qualcosa gli sembrerà diverso.

  1. Metti nero su bianco cosa vuoi dal tuo strumento di email marketing.

Ogni azienda è unica e ci sta che abbia esigenze particolari che non tutte le piattaforme possono soddisfare. Si parla, per esempio, delle potenzialità del prodotto, della percentuale di personalizzazione, dell’efficacia di automazione, della flessibilità dei prezzi per le piccole aziende e della reattività di un servizio clienti. Scegli il tuo ESP una volta stabilite le tue priorità: solo così potrai essere soddisfatto al 100%.

  1. Se senti di non aver tutti gli strumenti e/o il tempo per le giuste valutazioni, fatti aiutare.

Ci sono fior fiore di agenzie che con l’email marketing ci lavorano e si specializzano tutti i giorni. Per questo scegliere di affidarsi a dei professionisti è una validissima opzione se stai optando per una scelta davvero accurata. La cosa importante? Scegliere un’agenzia marketing di cui fidarsi.

Se hai una curiosità, se stai valutando altre piattaforme di automation marketing ma non sai quale scegliere, o hai altre domande, contattaci! Ti risponderemo entro 24 ore.