Non puoi fare marketing senza prima avere un prodotto perfetto
Ho sentito dire e cito testualmente: “il marketing è come un vestito che viene cucito su misura il cui obiettivo è rendere perfetto, migliore, qualcosa che in partenza non lo è affatto”.
Ig-noto giornalista e marketer.
Bene, questo è la fuffa che impervia nel mercato e lo rende tossico deludendo costantemente gli investimenti delle imprese. Allo stesso tempo la stessa affermazione che ho sentito dire personalmente – in un certo qual modo realistica – ci pone davanti tutta la potenza del marketing.
Il compito del vero marketing è quello di facilitare il percorso cliente-azienda nulla di più nulla di meno, e detta così può sembrare che il marketing in effetti non abbia tutto questo appeal.
In realtà, il marketing è uno strumento davvero potente, forse il più potente fra tutti e lo vedremo insieme, di seguito, grazie alla logica.
AZIENDA GIORNALISTA MARKETER
Partiamo dal presupposto che anche i liberi professionisti sono di fatto delle aziende. Certo non hanno tutta la complessità e le esigenze di una multinazionale ma, nel momento in cui un professionista inizia a scalare il proprio business, o ragiona da azienda e si comporta come tale oppure, beh… la strada è tutta in discesa e non in termini positivi.
Dunque anche il nostro amico “giornalista e marketer” è un’azienda.
Ora diciamo che per raggiungere i suoi obiettivi, mette al servizio della comunità i propri prodotti e servizi, fra i quali: la sua consulenza, percorsi formativi e della frutta fresca.
Precisazione: come mio solito sto facendo un po’ di ironia e mi sono inventato di sana pianta i servizi per ovvi motivi.
Ora mettiamo tutto il nostro focus sulla frutta secca, ah no, fresca, scusate.
Facciamo finta che questo giornalista abbia creato una bella landing page (singola pagina di un sito web dedicata ad una campagna specifica) per poi andare con Google ADS (pubblicità a pagamento di Google). Bene.
Come da sua citazione, ha cucito il miglior abito possibile e immaginabile per la sua frutta e indovina un po’, solo con il primo giorno realizza un bel po’ di vendite. Lo credo bene, il vestito era talmente cucito bene che le banancie (la sua scoperta, il suo prodotto di punta, la fusione di banane e arance) non solo dal sito sembravano buonissime, ma soprattutto il solo pensiero di non averle ti faceva star male, dunque anche tu hai acquistato una cassa di banance secche, cacchio, fresche in uno stato di trepida attesa.
Cavolo mi sto contraddicendo, sto facendo un pessima figura. Dai che scherzo, aspetta e vedrai.
Finalmente ti arriva a casa il prodotto, finalmente eccolo lì, sopra il tavolo della tua cucina il packaging studiato nei minimi dettagli. Non stai più nella pelle. Inizi ad aprire il contenitore pregustando tutta la soddisfazione che sarà fra le tue emozioni fra qualche istante.
Ecco, ci siamo.
Scopri la cassetta piena di banance e tutta d’un tratto, la soddisfazione si trasforma in delusione. Delusione perché tanto era ben condito il prodotto su internet che con quello reale aveva poco a che fare, sì, la forma c’è, ma i colori, i vari dettagli come la buccia ecc. sono abbastanza diversi. Photoshop è un gran programma.
Se avessi visto dal vero le banance dal fruttivendolo, non le avresti mica comprate.
La delusione si trasforma in ira verso il prodotto e l’azienda produttrice, che a sua volta diventa autopunizione: “come ho fatto a comprare na roba così, solo io…” Tutta la fiducia riposta sparisce in un attimo.
Il marketing è il ponte che collega l’azienda alla fiducia del cliente e potenziale.
Ora ti faccio una domanda, promettimi che risponderai in modo sincero:
“Comprerai mai più le banance?”
Il fatto è questo: il marketing è davvero tanto potente, è uno dei pochi strumenti che riesce a dare risultati anche nel breve periodo.
Passami l’esempio un po’ estremizzato e metaforico delle banance, perché grazie a questo nuovo tipo di frutta (magari chissà, un agricoltore leggerà l’articolo e si metterà al lavoro) sono riuscito ad affrontare due concetti essenziali del marketing:
- Non utilizzare il marketing per condire troppo le faccende, alla fine i nodi vengono al pettine precludendo la vita del prodotto. Sarebbe stato più saggio utilizzare il marketing per definire realisticamente il prodotto ed utilizzarlo nuovamente con i clienti che lo hanno acquistato cercando di portarli in un percorso di feedback che avrebbero permesso il miglioramento del prodotto stesso (strategie di marketing gratis oggi);
- Se il prodotto non c’è, se si scopre che è mal posizionato, non dobbiamo rimanere ancorati alle nostre convinzioni o saremmo gli unici clienti. Cambiare è la password. Peraltro, è tutto fattibile grazie agli studi e le analisi di mercato che si fanno prima di creare una bella strategia di marketing, guarda un po’.
Bene, oggi non mi rimane altro che comprare un paio di casse di banance e augurarti…
Buon Marketing!
P.s. Hai notato che durante il piccolo saggio ho smesso di definire il giornalista anche marketer? Ora che ci stai pensando…
3. Oltre che posizionare bene il proprio prodotto, è fondamentale posizionare bene la propria attività.