Pt 4 – L’Advertising non è la scorciatoia
Utilizzare le piattaforme come Facebook, Instagram o LinkedIn ci ha permesso di sviluppare un pensiero sul loro funzionamento. Come ho già scritto in articolo precedente: “Non possiamo fermarci alla superficialità dell’esperienza vissuta”. Occorre capire cosa c’è dietro il post condiviso dall’azienda x o dal professionista y.
Quando si legge o si ascolta un contenuto altrui, ci fermiamo necessariamente nella comprensione dello stesso, magari non ci viene proprio naturale chiederci: “Perché ha condiviso questo contenuto?”, “Qual era il suo obiettivo?”, piuttosto che “Io faccio parte del suo pubblico target?”
Sempre probabilmente da non addetti ai lavori si pensa che basta fare un po’ di questo, condividere un po’ di quello e infine spingere con un po’ di Advertising.
La “best practice” non è così semplice, ma neanche troppo complessa.
Come in ogni altro ambito del digital marketing, la strategia di marketing, il marketing operativo, il sito web, la newsletter ecc. occorre dare una motivazione specifica all’azione programmata.
Ad esempio, una volta redatto il piano editoriale per la piattaforma Facebook, sempre tenendo conto degli obiettivi aziendali, ci sarà chiaro se l’azione di sponsorizzazione di un contenuto specifico è necessaria o meno.
Decidere che va sponsorizzato un contenuto, selezionato più o meno con accuratezza, perché almeno si raggiungono più persone è molto probabile che quella campagna pubblicitaria a pagamento non ripaghi l’investimento.
Un esempio concreto: lo scorso anno ho ideato la strategia per un Azienda che opera nel mondo finanziario e assicurativo. Nel piano d’azione era compresa una campagna Google Ads con una landing page (pagina del sito dedicata alla campagna – lett. pagina di atterraggio) incentrata sulla promozione di un servizio satellite che è il lungo noleggio di autovetture.
Mi è stato chiesto dal Titolare dell’Azienda: “Non è meglio che promuoviamo i servizi incentrati sul nostro core business come le polizze sanitarie? Inoltre osservando i competitor vedo quasi solo pubblicità di sconti e di prodotti.”
Molto in breve e senza andare fuori tema, per la sponsorizzata ho scelto il servizio di lungo noleggio perché sarebbe interessato alla loro buyer persona desiderata (cliente target desiderato), tenendo conto che una volta contattati per il servizio si sarebbe creato un database con nominativi “caldi” da ricontattare o semplicemente che dopo il primo approccio alcuni avrebbero seguito l’azienda sui social.
Contatti che potenzialmente hanno già compiuto il primo passo verso l’azienda e i suoi servizi. Contatti che in un secondo momento potrebbero acquistare i prodotti goal dell’azienda.
Vista dall’esterno, con l’occhio del fruitore è molto probabile che si perda la parte strategica del ragionamento.
In sostanza, puoi spendere per una campagna ADV dando un boost alla prima cosa che pensi (come fruitore) sia proficua: un prodotto che vuoi vendere di più.
Oppure
Scegli di investire facendo performare una campagna ADV è ottimizzare il potenziale espresso dal boost che le piattaforme ci permettono di utilizzare.
Se dovessi optare per la seconda, occorrono:
- Analisi di mercato;
- Analisi delle buyer persona, attuali e desiderate;
- Analisi della tua Azienda;
- Analisi dei Competitor;
- Analisi e report degli strumenti digitali che utilizzi;
- Strategia;
- Piano d’azione.
Si trova tutto lì.
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Nel prossimo articolo tratteremo il quinto motivo: “Comunicazione monotematica”.
Buon proseguimento di giornata e…
Buon Marketing