Quando è bene fare Advertising
MAI.
Dai, ahah scherzo.
L’advertising è un’arma molto potente quando controllata. Lo spot Pirelli degli anni ’90 riesce in breve a trasmettere il concetto apparentemente banale: “la potenza è nulla senza controllo”.
Oggi si può fare advertising su tante piattaforme, pagare l’evidenza del nostro post, banner o annuncio per un’audience controllata da parametri quali, pubblico, località ecc.
Questa enorme quantità di possibilità va necessariamente elaborata e pianificata.
Tanto per cominciare, per chi è il nostro prodotto o servizio?
Se hai una risposta a questa domanda, questione che dovrebbe essere scontata, inizia a pensare all’identikit preciso della tua buyer persona. Ha gli occhiali? È una femmina? È per caso Susan? No, se ha gli occhiali è Claire!!
Il mio preferito è il solo Bernard, ahah.
Indovina chi a parte, definire il nostro pubblico è il secondo passo.
Il terzo: scegliere i canali dove il nostro pubblico è presente e non solo, quali sono le attività che svolge in quelle specifiche piattaforme. Così sapremo anche cosa vuole vedere, leggere o ascoltare.
Giunti a questo punto non è comunque detto che sia bene fare Adv.
Rispondiamoci sempre ad alcune domande:
- Che cosa voglio sponsorizzare?
- Che cosa dovrei ottenere con quella specifica campagna?
- È fine a sé stessa o fa parte di un disegno più grande?
Avrete capito che l’ultima domanda è la più importante. Se la nostra azione non viene finalizzata e contestualizzata in un progetto più grande è quasi sicuramente inutile fare advertising.
A tutti gli amanti del breve termine: continuate a spendere e/o far spendere ai vostri clienti in campagne pubblicitarie fine a sé stesse, i fornitori saranno sempre e comunque lieti di ciò. Google vi ringrazia insieme a Facebook e tutti gli altri.
Attivare una campagna Adv per forza, perché semplicemente dobbiamo sollecitare l’audience e il nostro pubblico, potrebbe essere deleterio nel medio periodo. È un po’ come quando la mamma si raccomanda di non bruciare le tappe. È davvero la stessa cosa. Ci si può ritorcere contro in un batter d’occhio.
Forse siamo troppo abituati alla velocità e di conseguenza abbiamo premura di crescere. Pompare un prodotto facendo Adv senza premeditazione strategica può significare la fine dello stesso. Basilare sperimentazione del prodotto per poi vederlo attraversare territori ed espandersi a macchia d’olio, senza solide fondamenta e feedback positivi da parte del mercato è pressoché inutile fare Adv, sarebbe solo un catalizzatore verso la sua disfatta, anziché favorirne la crescita.
Concretamente, un breve elenco di casi nei quali non si deve fare adv se si tiene alla vita del proprio prodotto o servizio.
Quando mancano:
- Lo studio approfondito del percorso e il customer journey;
- Lo studio approfondito della nostra buyer persona;
- Una strategia di marketing ben precisa;
- Dati di riscontro dal nostro pubblico;
- L’elaborazione dei dati sotto più ottiche possibili;
- Eventuali previsioni.
L’uomo di marketing che segue la comunicazione per la tua azienda deve avere più a cuore di te gli obiettivi che riguardano la sua crescita. È necessario che sia così, è un must.
Nel momento in cui si hanno tutti gli elementi essenziali alla crescita, possiamo scegliere di mettere il boost, sempre calcolato e controllato. A questo punto possiamo dare il via ad operazioni di marketing come, ad esempio, Lead Generation.
A proposito di crescita, il titolo del prossimo articolo è: “Un metodo efficace per aumentare il fatturato”, nel quale spiegherò le best practice per avviarne una.
A presto e buon lavoro.