Il marketing non è pubblicità
Partiamo dal principio
Che cos’è il marketing?
Tutto è marketing, ogni cosa (prodotti), azione (servizi), pensiero (idee) vengono venduti o scambiati, il marketing ne più ne meno riguarda tutto il processo del come vengono venduti o scambiati.
Non ha importanza se l’idea, il prodotto o il servizio sarà o no un successo, quello che occupa posto di maggior rilievo è come viene “confezionato” il prodotto finale e perché.
In termini teorici – dove le emozioni non hanno lo stesso peso che assumono nel quotidiano – al sorgere di una nuova idea, dopo averla scarnificata di ogni giudizio e opinione (nel marketing non esistono), basta attuare il giusto processo.
Partiamo dal marketing analitico.
È l’inizio del percorso. La nascita del complesso di informazioni, idee e azioni che prenderanno forma nel futuro.
Come fosse un bambino appena nato, dovrà crescere, alimentarsi, passare il periodo dell’adolescenza dove parlerà meno con i genitori, è più disobbediente, poi matura, fino a diventare adulto e perché no, anche saggio.
Il reperimento delle informazioni è lo scheletro del nostro bambino, è la sua struttura portante che gli permetterà di muovere i primi passi, di fare i primi scivoloni, di medicarsi la sbucciatura per poi rialzarsi e riprovarci. Trovare le giuste informazioni è fondamentale. L’analisi del mercato, ci permette di avere una panoramica completa e generale, come i dettagli necessari a strutturare la strategia. Allo stesso modo, analisi dei competitor e ancor più del target che potrebbe rivolgersi a noi.
Parafrasando Seth Godin: “Il target fa il nostro lavoro, non facciamo il nostro lavoro per poi trovare il target di riferimento.”
Una corretta e approfondita analisi ci permette meno incognite e una strada in alta definizione. Non parlo dei risultati, piuttosto del percorso. È fondamentale avere una linea percorribile più netta possibile.
In definitiva, il marketing analitico ci fornisce tutta la serie di informazioni necessarie a fare impresa. Mercato di riferimento, competitor, strumenti digitali, ciclo di vita del prodotto, target e così via. Si raccomanda l’uso del grandangolo alternato alla lente di ingrandimento.
Reperite, archiviate e studiate tutte le informazioni si passa al
Marketing strategico
Confronto fra informazioni e azioni. Fra le due non ci sono vincitori, lo sono entrambe. La ricetta dice che avremo una cosa sola, la miscelazione fra le due in perfetto equilibrio.
Così viene redatta la miglior strategia, è super parte, tiene conto di tutto, quasi prende forma da sola dopo gli input forniti dal marketing analitico.
Il suo obiettivo è rispondere ad ogni perché basandosi sullo stato oggettivo dell’arte, fornendo così nuovi spunti.
Il marketing strategico ci accompagnerà fino alla fine del viaggio. Perché evolve di giorno in giorno. E per ogni giorno fornisce nuove risposte che alimentano la strategia, modellandola. L’arte dell’uomo di marketing scende in campo. Tutte le sue abilità convogliate nella creazione della mappa e della sua evoluzione. Proprio come nella storia dell’uomo. Le mappe terrestri hanno subito una miriade di trasformazioni nel tempo, via via più ricche di dettagli che hanno sostituito le imperfezioni.
La strategia di marketing ci spiega le motivazioni tenendo fissi in alto gli obiettivi. Espone le strade percorribili. Non si basa sulle emozioni.
Oh oh oh! è arrivato il Marketing operativo
Beh, lui è l’amico più concreto, ci da una mano all’atto pratico, è l’unico che può farci da pungiball. In effetti, è l’unico che ci sopporta. A lui si collegano il piano tattico, scaletta di azioni messe in ordine cronologico e prioritario e l’utilizzo di tutti gli strumenti a nostra disposizione, comprese tutte le forme e tipologie pubblicitarie che ahimè, oggi occupano troppo spazio nella nostra cultura professionale. Forse perché il cliente vede la punta dell’iceberg e non ha dimestichezza con tutto il processo. L’utente finale vede la sponsorizzata su Facebook, vede le offerte del giorno gentilmente evidenziate da Amazon, insomma vede forse una crepa formatasi sulla punta dell’iceberg il quale in realtà, raggiunge profondità quasi recondite dove i raggi del sole faticano. Quando la stessa persona si rivolge all’uomo di marketing perché crede di aver bisogno del marketing, è in grado di chiedere solo quella crepa, l’unica cosa che per lui è tangibile, visibile, udibile. È normale. A questo punto deve entrare in campo la voglia, la pazienza e la correttezza dell’uomo di marketing che ripone fiducia nel proprio lavoro. Non si può fare così. Questa è la sua risposta.
Al contrario, continuerebbe ad alimentare il mercato scorciatoistico, effimero, dove i risultati duraturi non hanno spazio.
Il marketing è più di una trovata pubblicitaria che potrebbe far aumentare i profitti. Ad oggi sono stati coniati mille termini per racchiudere in una parola o due, metodi per fare pubblicità e riportati nelle chek-list delle cose da fare, lead generation, inbound marketing, viral marketing ecc. purtroppo non si tratta della panacea in grado di ribaltare le sorti del mercato o dell’azienda stessa. Il marketing è all’inizio e alla fine, è il contenitore dei risultati.
Il marketing non è comunicazione,
il marketing non è pubblicità,
il marketing non è magia.
Il marketing è in ogni dove,
Una domanda che trova la sua risposta in un perché è marketing.